di Marco Revelli La voce della senatrice a vita Liliana Segre si leva alta, limpida e severa, nell’aula del Senato ammutolita. Parla con la forza del dolore che si porta dentro, del “numero di Auschwitz” tatuato sul braccio, delle tante voci spente delle vittime delle leggi razziali italiane e della …
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