Manovre al Sud per una lista di scopo alle prossime elezioni europee. La macchia è già partita e cresce il fervore tra i promotori. Si tratterebbe di un primo tentativo di dare una proiezione politica ed elettorale ad una serie di iniziative che negli ultimi anni hanno visto una miriade di gruppi, associazioni, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, battere sul tasto del riscatto del Sud, con l’obiettivo di ristabilire anche la verità sugli avvenimenti che portarono all’Unità centocinquant’anni orsono e sulla storia del rapporto tra nord e sud in tutto il periodo postunitario, fino ai giorni nostri.
Tra i movimenti che sostengono l’iniziativa l’Unione mediterranea, formazione di recente costituzione, che ha riunito alcune sigle neomeridionaliste sparse per il Sud. A condividere i temi della petizione c’è anche il gruppo Briganti, molto attivo su facebook con una pagina che conta oltre 80 mila fan.
Circolano anche i nomi di alcuni candidati, tra cui il regista e attore Roberto D’Alessandro, il sindaco di San Bartolomeo in Galdo Enzo Sangregorio, l’imprenditrice e stilista Annamaria Pisapia. Tra i sostenitori lo scrittore Pino Aprile ed il cantautore Eugenio Bennato.
La lista si chiamerà Terra Nostra e avrà come obiettivo quello di “presentare al Parlamento europeo una ‘petizione rafforzata’ per chiedere l’istituzione di una Commissione straordinaria sulla violazione nel Sud Italia dei diritti fondamentali in materia di salute, ambiente, lavoro, tutela dei consumatori”.
Nello specifico vengono denunciate “le violazioni in vaste aree dell’Italia meridionale e della Sicilia degli articoli 1 (dignità umana), 2 (diritto alla vita), 15 (libertà professionale e diritto di lavorare), 31 (condizioni di lavoro giuste ed eque), 34 (sicurezza sociale e assistenza sociale), 35 (protezione della salute), 37 (protezione dell’ambiente) e 38 (protezione dei consumatori) della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione”.
Ciò in considerazione di “quanto accade in termini di traffico di rifiuti pericolosi, sicurezza alimentare e ambientale, diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose, corretto funzionamento delle istituzioni nazionali e locali, contrasto alla malavita organizzata, sviluppo sociale ed economico e utilizzo dei fondi strutturali europei nell’Italia meridionale e nella Sicilia”.
Al Parlamento europeo propongono, allora, di “istituire una Commissione speciale della durata di anni tre denominata ‘Dignità, vita, lavoro, sicurezza, salute, ambiente e protezione dei consumatori in tutti i territori dell’Unione europea’, al fine di “analizzare e valutare nell’intera area dell’Unione europea, a partire dall’Italia meridionale e dalla Sicilia, l’entità del fenomeno dell’avvelenamento dei territori da interramento dei rifiuti, affondamento di navi e altre forme di devastazione ambientale, con particolare attenzione alla qualità delle acque, dei cibi, dell’aria; valutare proposte per circoscrivere le aree contaminate e procedere alle bonifiche; promuovere una certificazione dei prodotti nell’interesse primario della salute dei consumatori e della tutela delle attività imprenditoriali; verificare il corretto utilizzo dei fondi pubblici e in particolare dei finanziamenti dell’Unione europea; proporre misure adeguate che consentano all’Unione di prevenire e contrastare tali minacce, a livello internazionale, europeo e nazionale”.
Intanto è partita la raccolta delle firme. Ce ne vogliono 30 mila, un’enormità. Ma dal quartier generale della lista si dicono fiduciosi. I precedenti non lascerebbero ben sperare. Questa volta sarà la volta buona?
di Redazione