Scenari Globali sottoscrive il seguente appello, promosso da: Tomaso Montanari (Università di Napoli); Adriano Prosperi (Scuola Normale Superiore, Pisa); Sandra Bonsanti (Libertà e Giustizia); Salvatore Settis (Accademia dei Lincei); Paul Ginsborg (Università di Firenze); Enzo Collotti (Università di Firenze); Donatella Della Porta (European University Institute, Firenze); Giancarlo Fasano (Università di Pisa); Francesco ‘Pancho’ Pardi (Università di Firenze); Carlo Cecchi (attore); Davide Riondino (attore); Maria Luisa Boccia (Università di Siena); Laura Barile (Università di Siena); Sandra Teroni (Università di Cagliari);
Luciana Castellina (giornalista)
APPELLO PER SOSTENERE SÌ TOSCANA A SINISTRA – PER TORNARE AD ESSERE PROTAGONISTI DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA!
Televisioni e giornali ripetono ogni giorno che le prossime elezioni regionali sono “una conta per Renzi”. Come se quell’articolo 3 della nostra Costituzione che afferma «il diritto di ogni cittadina/o a contribuire a determinare le scelte politiche del paese» potesse tradursi in una risposta al quesito: ti piace? O non ti piace?
La prima cosa su cui pronunciarsi col voto è proprio questa: se acconsentiamo o meno a che la democrazia possa ridursi all’accettazione passiva di decisioni che le cittadine e i cittadini non hanno contribuito a determinare. Perché la partecipazione in questi decenni si è ridotta al minimo, spariti i partiti, sparita quella fitta rete di organizzazioni, di sedi comuni, che un tempo dava voce a tutti.
L’approvazione della nuova legge elettorale – per via del metodo seguito per imporla e per la sua sostanza autoritaria – ma più in generale tutto il modo di governare di Renzi, al di là dei pur gravi contenuti delle singole scelte (manomissione della Costituzione, scuola, jobs act, ecc.), hanno espropriato e mortificato ulteriormente la sovranità delle cittadine e dei cittadini, accelerando l’erosione del tessuto democratico del nostro paese. È necessario invertire la rotta, perché è ormai evidente che il rischio è più grosso di quanto forse non avessimo tutti inizialmente immaginato.
Quanto è accaduto è un vero stravolgimento dell’identità e natura del PD.
Le elezioni regionali sono, pur nei loro limiti, l’occasione per riattivare un circuito, ridare fiducia nella politica; e cioè nel fare collettivo di ogni cittadina/o per il bene comune.
Coloro che hanno dato vita alla lista “SI’ Toscana a sinistra” che candida Tommaso Fattori alla presidenza della Regione – giovani soprattutto, ma anche meno giovani, impegnate/i nelle organizzazioni della società civile, nei movimenti, nei partiti di sinistra tuttora esistenti, un’aggregazione di volenterose/i che però i sondaggi danno a più del 10 % – si propongono per prima cosa di riattivare l’impegno, di combattere la passività e la sfiducia, il disfattismo verso qualsiasi tentativo a sinistra, il superamento di antiche divisioni.
Un appoggio alle idee della lista elettorale “SI’ Toscana a sinistra” ha questo significato.
Vuole anche affermare che un altro modo di essere della Toscana è possibile e che occorre iniziare a costruirlo. La Toscana non è una regione come un’altra: è stata un modello virtuoso. Oggi rischia di non reggere più. Il Pd toscano ha subìto una profonda mutazione genetica, ed Enrico Rossi non ha più alcun margine di indipendenza politica dalla linea di Matteo Renzi. Quel modello è finito.
Lentamente ma inesorabilmente gli interessi forti hanno infatti riguadagnato terreno, hanno piegato le politiche pubbliche ai loro obiettivi, insensibili alle minacce al territorio, al paesaggio, all’efficienza e alla universalità dei beni comuni: sanità, scuola, acqua, servizi. Hanno tradito le aspettative delle donne di veder concretizzati i loro diritti nell’organizzazione della vita sociale. Hanno affogato i nostri storici monumenti in un bosco di shopping centers. Hanno sollecitato un turismo che sta stravolgendo le città e non consente un rapporto vero con gli esseri umani e la loro storia. Hanno indotto all’abbandono di qualsiasi strategia capace di indicare un nuovo modello economico per la Toscana. Un modello in grado di dare lavoro: a chi lo ha perduto con lo smantellamento della industria tradizionale, e a chi lavoro non ne ha ancora mai avuto.
Noi invece vogliamo che la Toscana continui ad essere un punto di riferimento per chi pensa che «l’Italia ha ancora qualcosa da dire» (Piero Calamandrei). Cambiare si può, e impegnandosi collettivamente qualcosa si ottiene. Se nelle scorse settimane si è riusciti per esempio a salvare almeno in parte l’ottimo Piano paesaggistico messo a punto dall’assessore all’urbanistica della Regione – un Piano sottoposto a uno stravolgente attacco posto in atto da consiglieri renziani e berlusconiani – è perché si è attivata una azione popolare che ha scongiurato il peggio.
Vi chiediamo di partecipare a questo tentativo, a questo impegno collettivo.
Vi chiediamo di tornare a essere protagonisti della nostra democrazia, cittadini fino in fondo: non sudditi del mercato e della politica di plastica che ha divorato la sinistra italiana.
Vi chiediamo di aiutarci a cambiare: con il voto, ma non solo con il voto.
Sì, cambiare è possibile. Dipende solo da noi.