Domenica scorsa si è tenuta a Roma una riunione del Comitato nazionale de L’Altra Europa con Tsipras, conclusasi con l’approvazione di un documento in cui viene riproposto il tema dell’avvio di «un processo costituente» per la costruzione di una forza e di una soggettività politica nuova che «abbia l’ambizione di essere alternativa al quadro politico esistente, a quello delle larghe intese tra popolari e socialisti in Europa, e a quello italiano in cui il renzismo ha ormai cancellato non solo le figure ma il concetto stesso della tradizione di sinistra».
«Abbiamo detto già molte – troppe – volte che “il tempo è ora”. Dobbiamo dire oggi che “siamo già oltre”». Questa la convinzione dell’Altra Europa con Tsipras, che chiede a tutti i suoi interlocutori politici e sociali, anche ad importanti personalità, un «pubblico impegno», solenne, prima del mese di agosto, a dare concretamente inizio ad «un processo partecipato e democratico, ampio, includente, capace di coinvolgere la moltitudine estesa di chi non sopporta più lo stato di cose esistente e non vuole limitarsi alla testimonianza». Ciò, anche in considerazione del fatto che «l’unico antidoto in grado di resistere alla deriva fascistoide e alla mobilitazione del disumano dentro la crisi europea è l’esistenza di una sinistra forte, radicata e radicale, determinata e con chiarezza alternativa all’intero paradigma neo-liberista».
«L’adesione a tale processo di tutte le esperienze organizzate che si muovono alla sinistra del PD – prosegue il documento – ne è la condizione necessaria, perché senza un segnale di superamento dell’attuale frammentazione non c’è credibilità. Ma non sufficiente, perché senza la costruzione di una road map fatta soprattutto di lotte e mobilitazioni, e senza un radicamento sociale, non si uscirebbe dall’ambito penitenziale della irrilevanza. Per questo il “tavolo” con cui lavorare dovrà essere ampio, molto più esteso di noi, di quello costituito dalle sole forze politiche organizzate e dei nostri tradizionali interlocutori. E non dovrà stare nel chiuso di una stanza, ma estendersi ai “luoghi della vita” e ai territori. In quella sede si definiranno le tappe e le caratteristiche del processo costituente, che non potrà ricalcare le forme verticistiche e pattizie di esperienze come “Sinistra Arcobaleno” o “Rivoluzione civile”, ma riprendere l’ispirazione che ci ha unito nel progetto dell’Altra Europa con Tsipras».
In questo senso dovrà essere chiaro l’ancoraggio alla dimensione europea ed internazionale: «costruiamo questo processo in una cornice esplicitamente internazionale, nello spazio europeo in cui si muovono forze come Syriza e Podemos, con le quali giungere a esplicite dichiarazioni d’intenti comuni». Riguardo alla forma politica, l’idea è che «la casa comune dovrà tenere insieme forme diverse del fare politica, dell’agire sociale e culturale, della costruzione della rappresentanza, della democrazia diretta, della partecipazione e costruzione del conflitto e delle pratiche mutualistiche. Dunque non un partito unico ma una casa in cui stiano insieme molteplici forme di attivazione e di adesione».
«Spetta a noi – conclude il documento – che ci siamo posti fin dall’inizio il problema della rappresentanza politica come nodo cruciale della crisi di sistema italiana, la responsabilità, grande, di lavorare per superare l’ostacolo dei molteplici progetti concorrenziali a sinistra e creare le condizioni di una coalizione politica e sociale capace di competere – come in Grecia e in Spagna – per una reale alternativa di governo».