Ho provato a ripercorrere il percorso politico di Renzi dalle primarie ad oggi, un percorso fatto di cambi di velocità e obiettivi incerti:
– 2012. Si candida alle primarie per la premiership del centro-sinistra, lanciando lo slogan “Adesso!” e chiedendo e ottenendo una modifica sospensiva dello Statuto Democratico circa la “coincidenza tra Segretario e Premier”. Primarie perse, comunque ottimo risultato.
– 2013. Elezioni. Caos, nessun vincitore. Nasce il tormentone “Se ci fosse stato Renzi“. Renzi diventa una star nazionale, fenomeno mediatico e premier annunciato
– 2013. Nasce però il Governo Letta. Renzi parte molto critico. Parla di un Governo che non fa e rinvia. Ma rimane sempre dell’idea di un appoggio incondizionato al Governo fino al 2015.
Pochi giorni fa Berlusconi viene “tradito” in aula e, con una sfiducia annunciata tramutatasi all’ultimo momento in una fiducia inaspettata, mette in scena una delle sue più grandi umiliazioni poltiche. Letta si rafforza dichiarandosi “deberlusconizzato” e annuncia la nascita di una “maggioranza politica” con larghe intese.2 con Formigoni e Giovanardi nuovi eroi politici. Renzi rilascia un’intervista abbastanza inaspettata alla Stampa, dove dichiara a Massimo Gramellini che con “Renzi Segretario, Letta sarà più forte” e ribadisce sostegno fino al 2015. Per la prima voltaLetta supera Renzi nei sondaggi.
– 10 ottobre. Intervista al TG3 con Bianca Berlinguer. “Si ricandiderà a Sindaco di Firenze?”. La risposta è: “SI. Si possono fare benissimo le due cose”. Per il Comune di Firenze si voterà nel 2014, con un mandato che terminerà nel 2019. Renzi quindi si impegnerà davanti ai fiorentini ad amministrare la città per 5 lunghi anni. Quindi, posto che per lui il Governo non dovrebbe cadere nel 2014, se il Governo cadrà nel 2015, come più volte auspicato da Renzi, Renzi non dovrebbe essere della partita, a meno che non decida di tradire la fiducia dei fiorentini e lasciare il comune dopo un solo anno di mandato.
Dallo slogan “Adesso!” nel 2012 all’”Italia cambia verso” nel 2013, ma in realtà il verso lo sta cambiando Renzi. Da “premier in pectore” ad aspirante Segretario che rafforzerà Letta, pronto ad aspettare il proprio turno per la premiership. Il problema è che molti renziani lo avrebbero votato Segretario solo perchè di lì a poco sarebbe diventato premier. E ora? Ora che sarà solo Segretario? Ora che ha dichiarato fermamente di rafforzare Letta? Il rischio è quello di veder eletto un segretario che, con l’impegno concomitante di sindaco di una città impegnativa come Firenze, rivolgerà poca attenzione al rinnovamento del Partito, svilendone l’importanza nella società e la bellezza del radicamento di questo nel territorio. Oppure, ancor peggio, un segretario che sarà anche Sindaco di Firenze e che, quando cadrà il Governo Letta, lascerà Firenze senza sindaco dopo pochi anni di mandato e, data la premiership, lascerà il partito in reggenza al suo vice.
E’ uno scenario fatto di “se” e di “ma”, ingredienti con cui sarebbe meglio non condire mai l’insalata politica, ma è uno scenario più che realizzabile e, ripensando al Renzi che affrontava Bersani, abbastanza inspiegabile.
Gli elettori e gli iscritti, l’8 dicembre, dovranno scegliere un Segretario che si occupi a tempo pieno del partito, con un progetto concreto che esalti la partecipazione, la leadership collettiva e il radicamento nel territorio. Segretari part-time sarebbero dannosi, rottamerebbero il Partito e non la vecchia classe dirigente. Scegliamo un Segretario a tempo pieno, un segretario che abbia chiaro che questo è un governo d’emergenza e non una nuova “maggioranza politica” (come l’ha definita Letta). Tra un Cuperlo sostenuto da D’Alema e dal vecchio apparato e un Renzi preso dalla voglia di mille obiettivi, io scelgo Civati, un Segretario a tempo pieno per il vero rinnovamento del partito Democratico.
di Antonio Sicilia