di Mimmo Rizzuti
Il presidente Renzi, venendo meno al suo ruolo, è entrato ormai nel parossismo dell’ira, del furore, dell’aggressione senza limiti a chi, da qualunque parte e con qualunque obiettivo, mette in discussione la sconsiderata manomissione della Costituzione messa in atto, senza alcun mandato popolare, dal suo governo e da un parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale dalla Corte. Una sorta di parossismo vulcanico che, come spiega il dizionario Treccani, è costituito “dal complesso dei fenomeni esplosivi con i quali un vulcano entra in attività e che costituisce la fase più pericolosa”. Quella che accompagna i terremoti di natura vulcanica, con il lancio di materiali di varia grandezza cui segue la fase di eruzione vera e propria”.
Questa serie di fenomeni esplosivi si sono già verificati ed hanno ed hanno prodotto la deformazione della Carta. L’eruzione vera e propria e con essa lo scompaginamento dell’equilibrio dei poteri istituzionali, il lancio per aria come straccio vecchio della trama dei diritti , a cominciare da quello della rappresentanza e della coesione del Paese, può essere bloccata dal Referendum, votando no, contrariamente a quanto, con smisurato disprezzo per i suoi antagonisti ,sostiene il nostro presidente del Consiglio, a reti unificate e sui social h 24. Per lui, in piena trance elettorale, merito, senso del ruolo e della funzione ricoperta, possono benissimo andare a farsi fottere.
E gli avversari, che in un Referendum Costituzionale sono fisiologicamente diversi per la natura del contendere ( sarebbe grave il contrario quando si tratta di affrontare il tema delle regole del gioco tra tanti soggetti diversi per cultura, storia, sensibilità) diventano “un’accozzaglia”. Accozzaglia, sempre dal dizionario Treccani, è “una turba confusa di persone spregevoli, o massa discordante di cose, di gente varia di età e sesso (Manzoni)- di loschi individui.” La valenza spregiativa del termine è inequivocabile. L’uso che Renzi ne fa è indicativo di una cultura e di una personalità che ha scelto di dare attuazione all’unico mandato ricevuto: quello di JP Morgan e del quadro di comando del mondo finanziario globale per il quale le costituzioni nate dalla lotta ai fascismi e al nazismo che riconoscono e tutelano diritti, sono un impaccio. Vanno eliminate o svuotate.
L’ “accozzaglia” che si oppone, cui fa riferimento Renzi, è fatta di singoli, gruppi, associazioni , partiti con obiettivi diversi. E non può e non deve fare insieme nessun governo.
Si è ritrovata solo a difendere, con motivazioni e finalità diverse, la trama di una Carta che ha garantito e deve continuare a garantire regole condivise del gioco democratico dentro le quali si è sviluppato e si deve continuare a sviluppare il conflitto politico, culturale e sociale, nel rispetto dei principi della rappresentanza. In questa “accozzaglia, c’è chi vuole tornare a chiudersi in un gretto e pericoloso nazionalismo, con marcati tratti anche razzisti e xenofobi. A questi, peraltro, il nostro presidente del Consiglio tenta di lisciare il pelo arrivando persino a togliere dal suo studio la bandiera europea.
Ma c’è chi, la stragrande maggioranza, punta ad una Riforma, ampiamente condivisa, che migliora l’esistente per rilanciare la democrazia e la partecipazione a livello italiano ed europeo.
Votare NO significa bloccare lo svuotamento e la deformazione (non la riforma) della nostra Costituzione, dalla quale partire per rilanciare un nuovo cammino di riforma della stessa, largamente condiviso e unificante al massimo, dentro un non più rinviabile percorso costituente europeo, per dare vita ad un’Europa federale che riparta dal manifesto di Ventotene.
Un primo appuntamento per queste forze può essere il 25 marzo prossimo, con una grande manifestazione popolare, per i 60 anni dei trattati di Roma e dell’Istituzione della CEE, alla quale, peraltro già si sta lavorando.