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E se Civati arrivasse prima di Cuperlo?

E’ difficile fare una previsione su quello che accadrà alle primarie del Pd. Affluenza alle urne, condizioni meteo, livello di sopportazione degli italiani rispetto all’insipienza del ceto politico, indice di gradimento verso il governo delle larghe intese, umore verso la crisi. Ce ne sono altri? Forse. Certo è che alcune variabili per così dire “esterne”, singolarmente o combinate tra di loro, potrebbero influenzare non poco l’esito del voto dell’8 dicembre.

Ci sono però delle variabili “interne” di cui poco si parla, ma che potrebbero davvero sconvolgere alcuni piani e mettere in discussione scenari dati troppo frettolosamente per acquisiti. Quali? Una di queste potrebbe essere la variabile “vaffa” verso il gruppo dirigente di un partito che in questi anni ha collezionato solo sconfitte (Tradito gli elettori?) e ha dimostrato di non essere per niente all’altezza delle sfide che provengono da una società sempre più inquieta. Inquieta per gli effetti di una crisi prolungata, della quale, sia i prodromi che gli sviluppi, poi gli esiti, sono stati gestiti in maniera assolutamente sbagliata. Ma questa è un’altra storia. Storia di governi tecnici e di larghe intese, tutti all’insegna del“ce lo chiede l’Europa”.

Torniamo al Pd. Non è difficile scorgere in queste ore i segni di una rimonta da parte del candidato di coccio tra i candidati di ferro, quel Pippo Civati, che, forse anche meritatamente per una serie di grossolani inciampi e gaffe che l’hanno visto ultimamente protagonista – proverbiali i suoi vorrei ma non posso -, fino a ieri era considerato in questa competizione né più né meno che una comparsa.

Da dove attinge Civati? Da quelli che non sono né con Renzi né con Cuperlo? Dai grillini? Dalla sinistra speranzosa? Non credo. La mia idea è che se ci sarà un buon risultato del consigliere regionale lombardo, a pagarne le conseguenze potrebbe essere proprio il super favorito, l’ex rottamatore Matteo Renzi, che da un capo all’altro della penisola ha fatto incetta di rottamandi per consolidare la sua posizione di vantaggio.

Il voto a Cuperlo è più strutturato, più granitico, più difficilmente aggredibile da parte di chi insegue, in questo caso Civati. A fronte di una bassa affluenza (prevedibile) e di un sostanzioso recupero di quest’ultimo (in atto), ordunque, per il segretario predestinato sarebbero davvero dolori.

La variabile “vaffa” aleggia, certo che aleggia, ma, diversamente dal passato, potrebbe dirigersi verso altri lidi.

Scenario: Civati arriva prima di Cuperlo e Renzi non ottiene la maggioranza assoluta dei voti. A questo punto la partita per il segretario nazionale si sposta in Assemblea nazionale. E qui…

di Luigi Pandolfi

http://www.huffingtonpost.it/luigi-pandolfi/e-se-civati-arrivasse-prima-di-cuperlo_b_4378018.html?utm_hp_ref=italy 

Scritto da Redazione

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