Il regime di non proliferazione nucleare è composto da una molteplicità di elementi: trattati, intese bilaterali e multilaterali, organizzazioni internazionali, azioni coordinate tra Stati e leggi nazionali. All’interno di questo sistema così composito, il Trattato di non proliferazione nucleare (Non- Proliferation Treaty, TNP) costituisce l’elemento fondamentale nell’ambito degli accordi che regolano il possesso, l’uso e la circolazione di armi nucleari. Il TNP si basa, infatti, su tre “pilastri” che reggono quello che solitamente viene definito come “contratto nucleare”: non proliferazione, uso pacifico del nucleare e disarmo. Il Trattato proibisce, quindi, agli Stati firmatari “non-nucleari” di procurarsi armi atomiche e agli Stati “nucleari” di fornir loro tecnologie nucleari belliche; il trasferimento di tecnologie nucleari per scopi pacifici deve inoltre avvenire sotto il controllo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Benché siano state numerose le criticità emerse durante le periodiche Conferenze di Revisione per l’attuazione dei dettami del Trattato, si è progressivamente assistito al modificarsi della natura stessa del dibattito sulle armi nucleari, grazie al mutato contesto storico in cui il Trattato si trova adesso ad operare.
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di Roberta Daveri e Isabella Abbate