La Crimea ha fatto scuola. Una nuova regione ex sovietica ha chiesto l’annessione alla Russia. Questa volta si tratta di un Paese dal nome disneyano: la Transnistria. La Russia per il momento temporeggia. La Nato e gli Stati Uniti minacciano. La speranza (da una parte) e il timore (dall’altra) è che altre regioni ex sovietiche si facciano avanti, come l’Abkhasia, l’Ossezia del Sud e il Nagorno-Karabakh, definite «zone grigie» dal “Washington Post”.
Poco più di mezzo milione di persone russofone che ha deciso da ventiquattro anni di non far parte dell’allora neonata Moldova, in cui si parla rumeno. Un Paese che si è conquistato la sua indipendenza con la forza delle armi e che vive grazie alle armi, essendo diventato il più importante supermarket di armi leggere e pesanti del mondo. Si riforniscono in Transistria i principali movimenti guerriglieri, le fazioni in lotta in guerre civili sparse per il globo, eserciti di Paesi che non si possono permettere di comprare armi ai prezzi di mercato o di comprare armi legalmente, perché sottoposti a embargo.
«Nel 2006 il 97,2 per cento dei trasnistriani ha votato in un referendum sì all’annessione alla Federazione russa», ha dichiarato il ministro degli Esteri Nina Shtanski. «Lo dobbiamo al sangue versato dai nostri morti».
La Transistria è stata in guerra con la vicina Moldova per quattordici anni. In realtà, i due Paesi non si sono mai pacificati. Nel 2004 è stato siglato un semplice cessate il fuoco. La Moldova ancora nega la secessione della Transistria, negata anche dalla comunità internazionale (a differenza del Kosovo) e riconosciuta solo da Mosca.
Il 23 marzo il generale statunitense della Nato Philip M. Breedlove ha lanciato un allarme sulle mire espansionistiche della Russia nella regione. Secondo Breedlove, l’aumento delle truppe russe lungo il confine orientale con l’Ucraina potrebbe facilmente permettere a Putin di invadere la Transnistria, che si trova lungo il confine occidentale ucraino (il confine orientale ucraino dista circa mille e cinquecento chilometri dalla Transinstria).
di Franco Fracassi
da: http://popoff.globalist.it/