Più che una vittoria elettorale è stato un trionfo per Bill de Blasio, il candidato di origini italiane alla poltrona di primo cittadino di New York. E’ il primo candidato del Partito democratico a conquistare questa postazione dopo venti anni di incontrastato dominio repubblicano. Ha distanziato il candidato repubblicano Joe Lotha di almeno 30 punti, attestandosi al di sopra del 73 per cento dei consensi.
Negli ultimi giorni di campagna elettorale hanno fatto molto discutere le sue posizioni “eterodosse” in materia economica e riguardo ai temi sociali. In un’intervista rilasciata alla rivista MicroMega de Blasio è stato molto chiaro:”Togliere ai ricchi per dare ai poveri!”. Un concetto semplice ma rivoluzionario per una città come New York e, soprattutto, per l’America.
“Il modello di società dell’ineguaglianza che New York rappresenta non è più sostenibile”, ha detto de Blasio nella sua conversazione con Gloria Origgi. “New York è la città in cui convivono le più grandi ricchezze americane con un 45% della popolazione sotto la soglia della povertà. Questo non solo è ingiusto. È inefficiente. Fa sprecare soldi pubblici”.
E’ sua convinzione, infatti, che gli investimenti nei servizi sociali, negli asili nido e, più in generale, nel settore dell’istruzione, siano inadeguati, mentre costituiscano lo strumento principe per combattere le diseguaglianze e la disgregazione della società, oltre ad essere necessari per favorire la crescita dell’economia.
“Una città, per restare tale, deve avere dei cittadini che condividono qualcosa: se le differenze economiche sono troppo importanti, i cittadini della stessa città non condividono più nulla, diventano membri di gruppi differenti che hanno interessi, obiettivi e valori differenti e che non vogliono cooperare tra loro. Una situazione del genere non produce nulla di buono né per i ricchi, né per i poveri”.
La scuola pubblica, ha secondo de Blasio un ruolo fondamentale da svolgere, a questo proposito: “Se lo sviluppo economico viene dal sapere, dare un accesso più egualitario al sapere significa aumentare le pari opportunità di riuscita economica e compensare le diseguaglianze che si creano in gran parte a causa dei percorsi di istruzione radicalmente distinti tra ricchi e poveri. Io mi sono battuto per evitare i tagli alla scuola pubblica, mi batto nel mio programma per il doposcuola gratuito e per la scuola materna per tutti, perché l’esclusione comincia dall’infanzia”.
E alla domanda: “Ma come pensa di finanziare un progetto così dispendioso di scuola materna e doposcuola per tutti?”, il neo sindaco ha risposto così: “Semplice: togliendo ai ricchi per dare ai poveri!”.
Cambiano i tempi, e cambia anche l’America. L’Italia e l’Europa restano invece al palo, chiusi nella morsa dell’austerità. Mai come in questo momento per noi sarebbe opportuno guardare un po’ di più oltreoceano. Anziché a Berlino o..a Francoforte.
di Redazione