Lo scorso 17 novembre, presso il Centro congressi di via Frentani a Roma, è nato il «cantiere per la pace», per «offrire una prima risposta unitaria a quanto successo il 13 novembre a Parigi esprimendo la solidarietà con le vittime, il no al terrorismo, il no all’odio ed alle ondate di razzismo, il no a nuove guerre». L’assemblea ha deciso anche di «aprire uno spazio di dialogo collettivo e di azione unitaria per rilanciare il movimento antirazzista e per la pace in Italia collocandolo in una dimensione internazionale ed europea» Molti sono stati gli interventi, in rappresentanza di associazioni e movimenti presenti all’iniziativa: Francesco Martone (Un Ponte Per), Maurizio Gubbiotti (Legambiente), Anna Maria Rivera (giornalista), Girolamo (Emmaus), Francesca Redavid (Fiom Cgil), Grazia Naletto (Lunaria), Riccardo La Terza (Rete della Conoscenza), Luciana Castellina, Piero Soldini (Sel Roma Est), Rosa Rinaldi (Rifondazione C.) Fabio Alberti (Rifondazione C.), Stefano Galieni (Giornalista), Maurizio Simoncelli (Archivio Disarmo), Jacopo Dionisio (UDU), Nicola Fratoianni (SEL), Izzedin Elzir (Presidente UCOI), Roberto Morea (Transforme Italia-Europe), Alfonso Gianni (Altra Europa), Francesca Chiavacci (ARCI), Alberto Buttiglieri (SOS Razzismo), Daniele Taurino (Movimento Nonviolento), Mimmo Rizzuti (Sinistra Euro-Med), Luciano Ardesi (ANSPS), Giuseppe De Marzo (Libera).
Sul piano dell’analisi, come si legge nel report finale dell’assemblea, gli elementi più condivisi sono stati i seguenti:
· La “guerra in casa” rende molto più difficile riuscire a fermare il ricorso alle armi da parte dell’Europa;
· Il No alla guerra non è il punto di vista prevalente nell’opinione pubblica. La paura produce smarrimento e disorientamento e apre il varco alla restrizione delle libertà personali e degli spazi di democrazia. Non c’è solo la dichiarazione di uno stato di eccezione (dichiarazione dello stato di emergenza in Francia, ipotesi di costituzionalizzare le norme sullo stato di emergenza, richiesta alla Unione Europea di ricorrere alla clausola di difesa collettiva), c’è anche una domanda popolare diffusa di maggiore sicurezza (certo alimentata dalla retorica sulla guerra di civiltà e dai media);
· C’è l’esigenza di un’analisi critica, approfondita, condivisa e non superficiale di quanto sta succedendo con la quale rivedere e aggiornare le nostre categorie e le nostre letture dei diversi teatri di conflitto (guerre), l’IS, il quadro delle alleanze strategiche e geo-politiche, gli intrecci esistenti tra politica, finanza, economia e risorse energetiche; il commercio di armi, la situazione sociale dei giovani di origine straniera residenti in Europa, le nuove forme del razzismo, della xenofobia e dell’islamofobia;
· Una lettura che si concentri solo sulle responsabilità dell’Occidente e non analizzi a fondo anche quanto sta succedendo in Medio-Oriente rischia di essere parziale e inefficace;
· E’ di fondamentale importanza riuscire a promuovere iniziative comuni con le persone e le comunità musulmane presenti nel nostro paese per contrastare il processo di stigmatizzazione in atto nei loro confronti e per evitare che l’appartenenza religiosa sia usata strumentalmente al fine di restringere/cancellare/disconoscere i loro diritti di cittadinanza.
Proposte specifiche:
· Condivisione e diffusione dei documenti e dei materiali prodotti in questi anni sulle situazioni dei paesi in conflitto; il commercio di armi, il terrorismo, le esportazioni di armi e il commercio del petrolio; le politiche comunitarie sulle migrazioni e l’asilo; il ruolo dei media nella produzione, reiterazione e diffusione di stereotipi e pregiudizi; le responsabilità di chi protegge il contrabbando del petrolio, vende armi e fa affari con le guerre e con il DAESH.
· Organizzazione di Gazebo di controinformazione nei territori per interloquire con la cittadinanza e distribuire materiale informativo sui temi di cui sopra.
· Organizzazione di iniziative di informazione e di riflessione nelle scuole e nelle università in collaborazione con le organizzazioni studentesche.
· Organizzazione d’iniziative pubbliche per il dialogo culturale e contro il razzismo in collaborazione con le comunità musulmane presenti in Italia.
· Organizzazione di uno o più seminari di approfondimento sulle situazioni dei paesi in conflitto.
· Ampliamento dei contenuti delle mobilitazioni già in programma a quelli del manifesto di convocazione dell’assemblea: no al terrorismo, no alla guerra, no al razzismo.
Per la comunicazione è stata creata una mailing list con gli indirizzi delle persone presenti all’Assemblea, aperta naturalmente a tutti coloro che volessero farne parte.
L’indirizzo mail di riferimento per eventuali adesioni, comunicazioni, invio di proposte è:
stopguerreeterrore@gmail.com
di Redazione