L’allarme era già scattato nelle scorse settimane, quando l’Ufficio Studi della Uil aveva messo in evidenza come la nuova imposta immobiliare, la Tasi, sarebbe potuta costare alla fine dei conti più dell’Imu. Analisi, quelle del sindacato, poi parzialmente contestate da alcuni giornali – come Il Sole 24 ore –, lasciando quindi irrisolta la questione: si pagherà davvero come o più di prima? Nella sua relazione annuale, un nuovo campanello d’allarme lo suona la Banca d’Italia. Se i sindaci fisseranno nella parte alta della forchetta l’aliquota da applicare via Nazionale non ha dubbi, la nuova tassa costerà tanto quanto quella vecchia.
Lo mostra con precisione un grafico. “Considerando un’abitazione principale non di lusso – spiega Banca d’Italia – il prelievo si è ridotto complessivamente di circa il 40 per cento fra il 2012 e il 2013 (..). Nel 2014, nell’ipotesi di applicazione della Tasi ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12 per cento (rimanendo comunque ben al di sotto del livello registrato nel 2012); se ciascun capoluogo applicasse un’aliquota pari al 2,5 per mille, il prelievo complessivo crescerebbe di oltre il 60 per cento rispetto al 2013”.
Fonte:http://www.huffingtonpost.it/