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Italiano a Patrasso punta una pistola contro i manifestanti antifascisti

Un ufficiale della Marina Militare Italiana, nel giorno della manifestazione per l’uccisione del giovane rapper ad Atene, ha impugnato una pistola puntandola contro i manifestanti antifascisti nella città di Patrasso. Si trovava nei pressi di una sede di Alba Dorata, che i dimostranti tentavano di assaltare.

L’ufficiale, in borghese, è stato identificato dalla polizia ellenica grazie ala targa italiana dell’automobile, una Ford Focus, su cui si era poi allontanato.

A bordo con lui c’erano la sua compagna e la suocera. Secondo la ricostruzione dell’ufficiale durante l’assalto alla sede una molotov sarebbe caduta vicino alla vettura. A questo punto lui sarebbe uscito dalla macchina puntando una pistola, Glock 19, intimando agli antifascisti di non avvicinarsi.

Dopo il fermo Simone avrebbe spiegato ai poliziotti che ha agito in questa maniera per paura che accadesse qualcosa alla sua compagna.

L’ufficiale è stato processato per direttissima per porto e possesso di armi illegale e minacce e condannato a otto mesi di reclusione.

Durante le perquisizioni nelle due case in cui l’ufficiale italiano risiedeva (una a Poros e l’altra in casa di una donna greca a Eglykàda di Patrasso), la polizia avrebbe rinvenuto altre armi da fuoco e alcune munizioni, oltre ad un arco di legno con 7 frecce di alluminio e 14 bombolette di spray urticante.

Materiale “interessante”, in una faccenda forse ancora non del tutto chiarita.

Secondo i media locali “eventuali contatti dell’italiano con gruppi nazifascisti sarebbero oggetto di indagine”. 

di Redazione

Scritto da Redazione

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