Il paese è ormai da mesi attraversato da proteste popolari, contro la corruzione e la povertà dilagante. Periferia estrema dell’Europa unita, la Bulgaria è un’altra delle situazioni che rischiano esplodere da un momento all’altro.
In Bulgaria continuano le manifestazioni di piazza contro il governo. Ma negli ultimi giorni i manifestanti hanno trovato un modo molto originale per esprimere il loro dissenso: bevono caffè per strada.
Si riuniscono di fronte al Parlamento sorbendo la bibita nera calda. Degli stand, allestiti all’uopo, riforniscono i dimostranti. Erano partiti in 20, ora sono migliaia di persone. Tutte chiedono le dimissioni del governo.
Il centro di Sofia è permanentemente blindato, la polizia controlla ogni movimento, ogni atteggiamento sospetto. Nell’area di sicurezza si può entrare solo con gli appositi lasciapassare.
Questi controlli sono stati rafforzati dopo che un giornalista, Nayo Titzin, ha fatto un’imitazione di Volen Siderov, il controverso leader del partito ultranazionalista Ataka, che secondo alcuni starebbe strumentalizzando la protesta.
Titzin è stato arrestato con l’accusa di aver inscenato una provocazione contro i dimostranti e poi rilasciato.
Molti manifestanti innalzano bandiere ungheresi, urlano slogan con i megafoni, mostrano cartelloni contro il governo. E, soprattutto, bevono caffé, per quanto non sia la bevanda più indicata a garantire la calma.
La Bulgaria è ormai da mesi attraversata da proteste popolari, spesso sfociate in scontri. A febbraio il governo guidato da Boiko Borisov s’è dimesso in seguito a una serie di manifestazioni contro la povertà e la corruzione.
Dopo le elezioni, un governo tecnico guidato da Plamen Oresharski e sostenuto dai socialisti e dal partito della minoranza turca, s’è trovato di nuovo sotto il fuoco delle polemiche in seguito alla nomina di Delyan Peevski, un discusso tycoon dei media, a capo dell’Agenzia di sicurezza nazionale, poi ritirata.
di Redazione