Gli avidi banchieri preparano oggi una rapina di 600 milioni di euro contro i greci per accontentare Angela Merkel, che arriva domani ad Atene, mentre poche ore prima una autobomba era esplosa vicino alla Banca Centrale greca con il probabile obiettivo di oscurare le lotte contro la troika e il governo di Samaras e mettere paura tra la gente che si prepara ad accogliere, appunto, Angela.
Quello che serve è “la resistenza di massa e popolare e non tali azioni che creano oscurità e fobie”, ha commentato il portavoce di Syriza nel Parlamento greco Nikos Voutsis per l’esplosione di una autobomba fuori dalla Banca Centrale di Grecia poco prima delle 6 di questa mattina. Secondo Voutsis, questo tipo di azioni “gettano un velo che oscura l’attualità corrente, ma soprattutto, mettono in ombra il grande successo dello sciopero generale di ieri. La scelta di una movimento di massa è la prima priorità. Tutte le altre azioni oscurano le situazioni e creano paura”.
Atene si prepara a ricevere domani Angela Merkel mentre ieri più di ventimila persone hanno sfilato di fronte al Parlamento greco partecipando alla manifestazione con il corteo dei sindacati del settore privato e pubblico Gsee e Adedy, che avevano proclamato lo sciopero generale di 24 ore contro lo smantellamento del sistema di protezione dei lavoratori e della legislazione del lavoro e i nuovi tagli. I comunisti ortodossi di Pame hanno partecipato alle loro manifestazioni e cortei in tutta la Grecia, mentre ad Atene quelli che possono assomigliare anche lontanamente ai sindacati di base hanno organizzato un terzo corteo.
Allo sciopero avevano aderito, tra gli altri, i lavoratori del settore della salute e i farmacisti, i magistrati e il personale penitenziario, i portuali, quelli degli enti locali e le banche, gli insegnanti e gli operatori del fisco. Domenica saranno in sciopero i commercianti, in protesta contro l’apertura dei negozi anche di domenica.
La Merkel viene in Grecia per “appoggiare” alle elezioni europarlamentari chi ha fatto i “compiti a casa”: il primo ministro Antonis Samaras. Non a caso il governo greco segue di pari passo la strategia della Germania e di Bruxelles di convincere l’opinione pubblica del Sud Europa che l’austerità sia inevitabile. Ma anche per comprare voti. Samaras ha promesso di dare pochi giorni prima delle elezioni 833 euro per ogni famiglia con due figli e 500 euro a quelle con redditi fino 6.000 euro, mentre oggi il suo governo, sotto le ali protettive di Bank of America Merrill Lynch, Deutsche Bank, Goldman Sachs, HSBC, JP Morgan e Morgan Stanley, “uscirà nei mercati” dopo quattro anni vendendo obbligazioni cinquennali per 2,5 miliardi di euro e con interessi tra 5,25% – 5,5%, invece del 1,5% sui mercati normali. Un’operazione di puro scopo elettorale, secondo le denuncie di Syriza, che costerà ai cittadini almeno 600 milioni di euro. In altre parole un altro furto dei banchieri e dei loro politici corrotti politici e compiacenti.
Samaras cerca di convincere in extremis, prima delle urne, i greci per un improbabile miracolo economico, mentre una settimana dopo il voto delle nuove misure di austerità l’Eurogruppo chiede un altro giro di 2.000 licenziamenti e 25.000 in mobilità nell’amministrazione pubblica.
Sul piano politico, Samaras si trova in difficoltà anche per l’ammissione di fronte ai giudici del suo ormai dimesso segretario generale della presidenza del consiglio Takis Mpaltakos, di aver avuto relazioni confidenziali con il deputato di Alba Dorata Ilias Kassidiaris, che aveva picchiato la deputata dei comunisti ortodossi di KKE Liana KAneli e che, ad oggi, è il candidato sindaco per Atene di Alba Dorata. Comunque Kaneli aveva dichiarato che KKE si asterrà in caso che nel secondo turno si affronterà Kassiadiaris con il candidato di Syriza!
Mpaltakos, la persona più fidata di Samaras, ha ammesso ai giudici che aveva incontrato il picchiatore di Alba Dorata e pochi giorni dopo aveva chiamato nel suo ufficio i deputati neonazisti per informarlo che ci sono elementi contro membri del loro partito. E tutto dopo il periodo di carcere del leader dei neonazisti, periodo a cui ha seguito la detenzione di quasi metà del gruppo parlamentare neonazista dopo l’assassinio del rapper di sinistra Petros Fyssas.
Syriza ha denunciato subito la connivenza degli apparati dello Stato e del governo con i criminali neonazisti, mentre Alexis Tsipras, girando tutta la Grecia per la doppia campagna elettorale, ha chiesto il voto il voto dei greci alle amministrative del 18 maggio e le europarlamentari per cacciare, il 26 maggio, “il governo del disastro”. Da Salonicco Tsipras ha chiesto la massiccia partecipazione dei cittadini al referendum contro la privatizzazione dell’azienda di gestione dell’acqua pubblica EYATH, mente chiedendo le elezioni anticipate ha deto che queste le decide Merkel e non Samaras.
In tanto l’ex ministro delle Finanze socialista, Giannos Papantoniou, è stato rilasciato, nonostante l’accusa di evasione fiscale, dopo il pagamento di una cauzione di 100.000 euro mentre quella di sua moglie è costato 50.00 euro, mentre un altro ex ministro socialista, Theodoros Pangalos, ha dichiarato che voterà “Fiume”, la formazione populista che cerca di frenare l’ascesa di Syriza. L’impresentabile PASOK parteciperà nelle europarlamentari attraverso la nuova “alleanza” di centrosinistra con un triste nome: L’Ulivo!
di Argiris panagopoulos*
*giornalista e portavoce di Tsipras in Italia