Due ex appartenenti al partito neofascista, oggi pentiti, parlano sulla stampa greca dell’organizzazione paramilitare, dei campi di addestramento e delle ronde anti immigrati. Intanto la politica cerca di escludere il movimento dai finanziamenti pubblici.
Campi di addestramento, sistema paramilitare, ronde anti immigrati, 3mila agenti pronti a tutto: due pentiti rivelano i piani di Alba dorata, il partito neonazista che in Grecia sta scompaginando la vita politica e sociale del paese. A pochi giorni dall’omicidio del 34enne rapper Pavlos Fyssas per mano di un militante del partito, ecco che fa scalpore la testimonianza apparsa sul quotidianoEthnos di un pentito del movimento guidato da Nikolas Mikalioliakos che ha raccontato piani e strategie. Un battaglione pronto all’assalto, pianificazione delle ronde anti immigrati, arsenale e depositi di materiale bellico, oltre a capi di addestramento, l’ultimo scoperto a Cipro.
Per un anno e mezzo il pentito ha frequentato da militante l’organizzazione osservandone dall’interno movimenti e strategie. Come la filiale locale di Alba dorata a Nikea, a sud ovest diAtene, un vero e proprio avamposto militare con una gerarchia, una struttura e un’organizzazione che si ritrovano solo in squadre paramilitari criminali. Da lì partono gli ordini di attacco agli immigrati e ai venditori ambulanti extracomunitari, lì sono custoditi, sempre secondo il racconto del pentito, catene e manganelli che puntualmente scompaiono quando c’è “odore” di un controllo di polizia. Racconta che poco prima dell’arrivo di un controllo, le armi furono nascoste nell’abitazione della madre di uno dei capi, Giorgos Pantelis. Inoltre un poliziotto di Nikea è egli stesso un membro di Alba dorata e allerta gli aderenti al movimento in caso di blitz delle forze dell’ordine, intervenendo anche sulle fedine penali dei chrisìavghites quando vengono colti in flagranza di reato. Molto attivi anche gli attivisti presenti sui social network, con un gruppo addestrato per fare proselitismo invasivo su facebook e twitter.
Altri dettagli sono rivelati da un altro dirigente del partito, dalle colonne del popolare quotidiano To Vima: dice che ben 3mila agenti di Alba dorata sarebbero pronti a tutto nel giro di pochi minuti. Come dire che il rischio colpo di stato non sarebbe solo una boutade giornalistica. “Abbiamo una struttura militare completa”, confessa, con altrettanti squadroni embedded, commandos organizzati agli ordini di tre persone dell’organizzazione.
Intanto la richiesta di condurre indagini approfondite sul caso di Alba dorata è stata inoltrata dal procuratore della Corte Suprema Euterpe Goutzamanis che chiede al pubblico ministero inquirente di appurare se sussistano altri reati a carco del partito oltre l’ associazione per delinquere. A seguito dell’inchiesta fatta aprire dal ministro dell’interno Nikos Dendias sulle manifestazioni e il presunto appoggio della polizia ad Alba dorata, si sono diimessi due alti funzionari della polizia, il coordinatore per il sud Grecia e quello della Grecia centrale. Sarebbero i vice capi con delega ai territori. Nel frattempo, oltre alle indagini in pieno svolgimento, la politica si sta muovendo con convinzione per la marginalizzazione parlamentare di Alba dorata. Il ministro Dendias ha inviato al ministro degli Interni Yannis Michelakis la proposta legislativa di modifica dell’articolo 7 della legge sul finanziamento dei partiti. Secondo la proposta la sovvenzione statale sarà sospesa in caso di una sentenza definitiva dinanzi al giudice competente. Se Alba dorata fosse quindi condannata per gli episodi degli ultimi giorni, non avrebbe più diritto al rimborso elettorale.
di Francesco De Palo – twitter @FDepalo