Resta alta la tensione in Egitto, con la frangia dei “morsiani” che invocano i cittadini a scendere in piazza per dire no al giro di vite della polizia: per loro l’ultimatum del governo è scaduto.
Le location scelte per la manifestazione sono i campi dove si svolgono i sit in al Cairo con migliaia di islamisti che li presidiano da settimane. Fonti della sicurezza avevano garantito che l’azione della polizia per sgomberare i campi sarebbe iniziata all’alba di lunedì, ma nonostante il rischio di un violento scontro con coloro che cercano la reintegrazione di Morsi, nulla è ancora trapelato, ed i manifestanti hanno promesso di restare.
Chi sono i “morsiani”
Il gruppo pro-Morsi comprende i Fratelli Musulmani, e si è formato su scala nazionale contro i militari, in occasione del rovesciamento del primo leader eletto liberamente in Egitto lo scorso 3 luglio. In un comunicato ufficiale si legge che “l’alleanza invita il popolo egiziano in tutte le province a recarsi in piazza per una marcia lunedì”, annunciando addirittura “un milione di uomini in marcia” contro quello che è stato definito un colpo di stato militare.
L’appello
L’Alleanza morsiana si appella quindi a militari e polizia: “Non attaccate i nostri pacifici fratelli”, scrivono in un comunicato, mentre cortei sono in corso al Cairo. I manifestanti pro-Morsi hanno inoltre chiesto l’autorizzazione per dimostrare, venerdì, in piazza Tahrir e davanti al palazzo presidenziale.
Dopo lo stallo
Dopo un periodo di stallo durato sei settimane ora le autorità sono pronte a rimuovere il sit-in, con anche donne e bambini tra i manifestanti. E dove i leader della Fratellanza sono accusati di incitamento alla violenza. Si apprende che inviati occidentali e arabi starebbero premendo sull’esercito per evitare di usare la forza nel tentativo di porre fine alla crisi nella nazione araba. Su questo punto è intervenuto il ministro degli Esteri Nabil Fahmy, secondo cui il diritto di protesta pacifica sarebbe stato garantito e che era stato fatto ogni sforzo per risolvere la situazione attraverso il dialogo. Ma, aggiunge alla pazienza del governo c’è un limite.
Sgombero graduale
Secondo quanto trapelato da fonti della sicurezza, ci sarebbe un piano per un graduale sgombero dei manifestanti. Una prima fase di quasi dialogo prevede che gli agenti invitino i cittadini ad allontanarsi spontaneamente dal luogo del sit-it, per poi contrastare gli oppositori con l’uso di cannoni ad acqua e in ultima analisi gas lacrimogeni. Ma un altro funzionario della sicurezza ha detto alla Reuters: “La violenza non sarà utilizzata a meno che i manifestanti non reagiscano con violenza”.
Rischio guerriglia urbana
I sostenitori di Morsi avrebbero fortificato i campi di protesta con i sacchetti di sabbia e pile formate da rocce in previsione dell’attacco degli agenti: pronti a dare vita ad una vera e propria guerriglia urbana.
Turismo in pericolo
Al momento sul Mar Rosso ci sarebbero almeno 14mila turisti italiani, per i quali non c’è alcun pericolo, fanno sapere dal ministero degli esteri del Cairo. “La comunità internazionale deve avere fiducia nel nuovo governo egiziano, – riporta una nota – che saprà ripristinare l’ordine e rilanciare l’economia in Egitto”.
di Francesco De Palo – twitter@FDepalo
fonte: formiche.org