La “settimana degli scioperi”, così è stata battezzata l’astensione dal lavoro che vedrà protagonista l’intero settore pubblico ellenico per cinque giorni consecutivi a partire dal 16 settembre.
Hanno aperto i battenti gli insegnati (90% di partecipazione allo sciopero), proseguiranno i medici e poi tutte le categorie nel clou previsto per il 18 ed il 19 settembre. Alla base di questa nuova ondata di scioperi la decisione del governo Samaras di procedere al licenziamento, prima della fine del mese, di ben 12500 dipendenti pubblici che potranno solo percepire il 75% del loro stipendio per altri otto mesi. Altri 4000 mila impiegati dovrebbero essere licenziati prima della fine dell’anno ed altri 11 mila perderebbero il lavoro nel corso del 2014.
La disoccupazione intanto è arrivata al 27% e il potere d’acquisto delle famiglie è letteralmente crollato.
Il governo, presieduto dal conservatore Antonis Samaras, sembra aver rinunciato del tutto a mettere in campo autonome politiche per fronteggiare la crisi, accettando ormai supinamente le ricette degli ispettori del Fmi, della Bce e della Ue.
Un paese in mano alla Troika, che già ha imposto nei mesi scorsi licenziamenti di massa, trasferimenti obbligati, liste di proscrizione.
“La sola cosa che chiediamo e per cui ci battiamo è che la troika se ne vada. Che il governo, l’Unione europea, il Fondo monetario, e tutti quelli che hanno impoverito la società greca, se ne vadano anche”. Questo è quanto hanno dichiarato i rappresentati sindacali presentando le ragioni dello sciopero. Già lunedì, comunque, non sono mancati momenti di tensione e scontri tra manifestanti e polizia. Gruppi di dimostranti hanno a più riprese tentato l’assalto al ministero della Riforma amministrativa, provando a forzare i cordoni delle forze di polizia. Ne sono scaturite colluttazioni, lanci di lacrimogeni. Si registrano alcuni feriti. Si cerca nel frattempo di creare un fronte comune insegnanti-alunni dopo le prime occupazioni di alcuni istituti ad Atene. E’ previsto poi nei prossimi giorni una mobilitazione anche dei docenti delle Università e degli Istituti tecnici, che si preparano ad incrociare le braccia per difendere il posto di lavoro di 1.500 dipendenti amministrativi degli atenei che il governo ha deciso di mettere prima in mobilità e poi di licenziare.
di Redazione