Granata, lattarula o turiane. Infornate, seccate al sole o ripiene di noci. I modi e le varietà di consumare i fichi sono molteplici, ma il gusto è uno ed inconfondibile.
Il frutto simbolo della Calabria si può accompagnare agli antipasti, è buono con il prosciutto il salame e i formaggi. Accompagna carne e selvaggina, viene usato per la preparazione di confetture e composte; il fico secco si gusta farcito con noci, mandorle, arancia e ricoperto con del buon cioccolato.
Varianti di gusto che consentono di scoprire di volta in volta la qualità e la varietà del prodotto. Ma quando la dolcezza del fico incontra la pregevolezza del Moscato Passito di Saracena diventa marketing territoriale.
È la brillante intuizione di tre importanti aziende cosentine, le Cantine Viola tra i più noti produttori di Moscato, la Colavolpe di Belmonte specializzata nella lavorazione di fichi secchi, e l’azienda agricola Santanna di Campora San Giovanni. Obiettivo è promuovere il territorio attraverso l’armonica unione dei sapori tipici del Pollino e del Tirreno.
Entusiasti e rapiti dal succulento esperimento enogastronomico sono stati gli ospiti selezionati, che hanno assaggiato i piatti proposti dallo Chef Gennaro Di Pace e i vini in abbinamento scelti dal Sommelier Sandro Brusco.
Ad aprire lo speciale convivium, organizzato in un noto ristorante sulla costa tirrenica, è stato il “Gazpacho” di Baccalà e cocco e “Moscow Viola” cocktail. L’antipasto ha stimolato tutti i sensi: tartara di ricciola marinata con melassa di fichi, fichi Dottati su scaglie di pecorino e maionese di lamponi, mousse di coniglio con pane tostato alle erbe su brodo di liquirizia e cipolla di Tropea in agrodolce. Il vino ha disarmato anche i più temerari: Val di Neto Bianco “Petelia 2012” del poeta delle vigne Roberto Ceraudo.
Come primo piatto risotto mantecato all’olio extravergine di oliva con rapa rossa, spuma di Gammune e crema di caprino erborinato. Un esplosione di gusto il secondo: petto di anatra al Moscato e fichi caramellati, accompagnati dal Magliocco.
Una buona cena che si rispetti non può che concludersi con un prelibato dessert: mousse di cioccolato extra fondente con fichi secchi, parfait di Moscato con granella di mandorle tostate su brodo freddo di pesche, il tutto accompagnato dal Moscato di Saracena.
L’andirivieni delle portate e delle emozioni ha conquistato anche i palati più esigenti e lasciato gli ospiti con la consapevolezza che dall’unione delle eccellenze calabresi passa il futuro della nostra terra. In termini quantitativi il comparto enogastronomico ha subito uno rallentamento, in linea con il crollo dei consumi registrati in tutti gli altri settori produttivi a causa della congiuntura economica mondiale. Ma resiste e anzi cresce l’interesse e l’acquisto di prodotti di qualità e, soprattutto, di quelli capaci di garantire un viaggio sensoriale nei territori di origine. La promozione e valorizzazione del territorio, dunque, può avvenire solo se i produttori puntano su qualità e sinergia, condizioni imprescindibili per sviluppare il comparto agroalimentare calabrese. E il menù proposto lo ha dimostrato ampiamente.
di Elvira Madrigrano