A vent’anni dalla fine dell’Urss e del Pci, questo libro getta un nuovo sguardo sul comunismo, scandagliando con perizia e lucidità i fondali più remoti di un’ideologia fattasi storia. Storia di uomini e di partiti, di stati e grandi rivoluzioni.
Con questo punto d’arrivo: gli esiti delle rivoluzioni e dei tentativi di costruzione di società orientate al comunismo non furono il prodotto di un tradimento dell’idea originaria di Marx ed Engels. Piuttosto costituirono l’approdo necessario di una particolare visione del mondo e della storia, in cui il primato dell’economia e delle leggi oggettive del processo storico aveva negato ogni funzione autonoma e positiva dello stato, delle costituzioni, delle leggi a presidio dei diritti e delle libertà del cittadino.
Si può parlare allora di un’eredità spendibile del pensiero di Marx? Depurato delle sue componenti antipolitiche, deterministiche e messianiche, della sua carica negativa nei confronti della funzione statale e della democrazia, sia la filosofia del materialismo storico che la critica scientifica dell’economia di mercato, potrebbero aiutare, ancora oggi, lo sviluppo di nuove teorie critiche della modernità. A condizione che non si scomodi il comunismo.