Presentato a Berlino il film di Lars von Trier. Le foto e il trailer ufficiale.
Una bambina si chiude in bagno a chiave e getta dell’acqua sul pavimento, poi vi si sdraia sopra prona e comincia a strusciarsi il ventre. Qualche anno dopo, da adolescente, insieme ad un’amica, prende un treno e fa a gara con lei a chi riesce a portarsi più passeggeri nella toilette. Passano gli anni, incontra di nuovo il primo uomo (Shia LaBeouf) con cui ha fatto sesso, lo respinge ma poi cerca di sedurlo nuovamente. Tra un amante e l’altro c’è però un uomo che mai dimentica: l’adorato padre (Christian Slater). E quando questi muore, “Elettra” diventa pazza: una ninfomane conclamata.
Nymphomaniac, Volume I
Sono solo alcuni passaggi della parabola raccontataci da Lars von Trier nel suo tanto chiacchierato Nymphomaniac – Volume I” (qui le foto e il trailer ufficiale), presentato fuori concorso e applaudito alla Berlinale, forse il palcoscenico più giusto per un film con questi contenuti (nella prima scena sentiamo a palla un pezzo della band tedesca Rammstein). Del resto von Trier gioca a fare lo scomodo ed il provocatore da sempre e non si è smentito neanche stavolta.
Una maglietta provocatoria
Dopo la proiezione del film non si è presentato infatti in conferenza stampa, ma ha presenziato il photo call insieme agli interpreti (assente Charlotte Gainsburg), indossando una maglietta con una palma d’oro e tanto di scritta “Persona non grata – Official Selection”, per ironizzare sulla sua estromissione da Cannes nel 2011 dopo le battute antisemite a margine del suo “Melancholia”.
Un grande battage mediatico
Forse si tratta solo dell’ennesima mossa strategica per attizzare il già cospicuo battage mediatico che ha preceduto la proiezione. Anche perché le ragioni di tanto rumore erano note già da un po’: il sesso esplicito, l’utilizzo di attori pornografici per le fellatio e le penetrazioni, il linguaggio diretto e le immagini sconsigliate ai minori. Ed è vero, “Nymphomanic” è pieno di scabrosità, ma questa volta Von Trier ha trovato un buon espediente per filtrarle, mettendo in scena un vero e proprio essay sulla compulsività sessuale, che ci viene raccontato dal punto di vista della protagonista: Joe (Charlotte Gainsbourg).
Charlotte non fa tanto sesso
L’attrice francese però, almeno in questo primo volume al quale presto seguirà il secondo, di sesso ne fa ben poco. Si limita a raccontare – ad un uomo (Stellan Skarsgård) che l’ha raccolta un po’ malconcia per strada – com’è cominciata la sua vita sessuale e soprattutto di quanto il sesso per lei sia diventato un bisogno spasmodico.
E allora, come già detto, la vediamo bambina, adolescente e giovane donna (sotto le sembianze di Stacy Martin, che fornisce una prova veramente convincente), alle prese con peripezie erotiche destinate forse a scandalizzare solo i benpensanti. In effetti di eros in “Nymphomaniac” ce n’è ben poco, perché la ninfomania – che dal 1992 l’Organizzazione Mondiale della Sanità non riconosce più come una patologia, anche se ovviamente nel linguaggio comune, con un’accezione generica, il termine viene usato per definire uno stato che porta le donne alla continua ricerca di un partner sessuale-– è qualcosa di profondamente freddo. Un vuoto emotivo doloroso, un incubo dal quale svegliarsi non è facile.
Ai festival con von Trier non ci si annoia
Von Trier fortunatamente non cerca risposte – è il primo a sapere che non è certo la persona giusta per fornirle – ma il suo approccio analitico fa bene al film. Lo svuota di quella provocazione banale che ha contaminato certi suoi lavori e costruisce un racconto, diviso in capitoli, che quasi miracolosamente evita il voyeurismo (a meno che non sia lo spettatore a riconoscere i propri demoni in quelli della protagonista). Ovviamente non manca qualche esagerazione, ma stavolta c’è spazio anche per scene in cui la mano del regista mostra tutto il suo talento. Su tutte, il lungo monologo di Uma Thurman nella parte di una donna tradita e abbandonata e la veglia di Joe al padre morente, che scatenerà la furia sessuale con cui si chiude questo primo capitolo. Lars Von Trier è una garanzia, non ci si annoia mai ad un festival quando c’è lui. Un po’ più noiosi sono invece i suoi fan, sempre pronti a gridare al “capolavoro”.
Neanche stavolta si tratta di capolavoro, ma “Nymphomaniac” è un film che vale la pena vedere.
di Vito Lamberti
da: http://www.ilsalvagente.it/