La verità è già una forma di giustizia
di Mario Occhinero
Il prossimo 17 gennaio, è presumibile che la III Corte d’Assise di Roma emetterà la sentenza nel “Procedimento penale 2/15 R.G. – contro ARCE GOMEZ, Luis ed altri 32”. Parliamo del processo al Piano Condor, il famigerato coordinamento repressivo delle dittature dell’America del Sud tra gli anni 70′ e 80′ del secolo scorso. In seguito ai processi già celebrati in Italia, come in altri paesi europei, contro i crimini di lesa umanità attuati da tali dittature, il procedimento in corso – di grande valore giuridico e politico soprattutto nei periodi di vigenza dell’impunità in quei paesi – è il secondo in assoluto nel mondo, dopo quello in Argentina, ad occuparsi esplicitamente degli intrecci repressivi, sotto l’egida della CIA statunitense, dei suddetti regimi nella persecuzione, sequestro, l’interscambio e la sparizione degli oppositori oltre i confini nazionali.
Le investigazioni del P.M. Giancarlo Capaldo sulle vittime italiane dell’Operazione Condor nei diversi paesi sono cominciate il 9 giugno del 1999, con le denunce dei familiari di Bernardo Arnone, Daniel Banfi, Andrés Bellizzi, Gerardo Gatti, Pablo Recagno e Lorenzo Viñas. Negli anni seguenti se ne sono aggiunte tante altre. Il processo investigativo fu accorpato a quello che era iniziato l’anno precedente, nel 1998, sulle vittime cilene della dittatura di Augusto Pinochet.
La lunga e complessa investigazione, durante la quale molti sospettati sono deceduti, registra un momento importante il 10 luglio del 2006, il giorno in cui sono state richieste le misure cautelari per 146 civili e militari dei regimi di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay.
Il 31 gennaio 2013 segnò una nuova data importante, in quanto fu il giorno nel quale venne richiesto il rinvio a giudizio per 35 civili e militari di Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay (In realtà, si trattava esclusivamente di militari o poliziotti, tranne il Ministro degli Affari Esteri dell’Uruguay Juan Carlos Blanco che era un civile).
Non ci furono argentini rinviati a giudizio, nondimeno, per la determinazione della giustizia del proprio paese di non effettuare le relative notifiche, con la motivazione della celebrazione in Argentina di un analogo procedimento che tra l’altro si è ora concluso con 15 condanne sui 17 imputati che erano ancora in vita al momento della recente sentenza del mese di maggio 2016.
In seguito ad ulteriori elementi emersi, le investigazioni hanno riguardato anche l’ex ufficiale della marina dell’Uruguay Jorge Nestor Troccoli rinviato a giudizio alla fine del 2014, unico imputato non in contumacia in quanto residente in Italia ed in possesso per di più della cittadinanza italiana.
Oltre una decina sono state le udienze preliminari celebrate tra il 2013 ed il 2014 e più di cinquanta le udienze dibattimentali susseguite tra il 2015 e il 2016, prima di giungere il 14 ottobre 2016 alla requisitoria per la richiesta di 27 ergastoli e una assoluzione da parte del P.M. Tiziana Cugini.
Le richieste d’ergastolo riguardano i cileni: Pedro Octavio Espinoza Bravo, Daniél Aguirre Mora, Carlos Luco Astroza, Orlando Moreno Vásquez, Hernán Jerónimo Ramírez Ramírez, Rafael Ahumada Valderrama , Manuel Abraham Vásquez Chauan ; gli uruguaiani: Gregorio Conrado Alvarez Armellino, José Ricardo Arab Fernández, Juan Carlos Blanco, José Horacio “Nino” Gavazzo Pereira, Juan Carlos Larcebeau Aguirregaray, Pedro Antonio Mato Narbondo, Luis Alfredo Maurente Mata, Ricardo José Medina Blanco, Ernesto Avelino Ramas Pereira, José Sande Lima, Jorge Alberto Silveria Quesada, Ernesto Soca, Jorge Néstor Troccoli Fernández, Gilberto Vázquez Bissio; i boliviani: Luis García Meza Tejada e Luis Arce Gómez; i peruviani: Martin Martínez Garay, Francisco Morales-Bermúdez Cerruti , Pedro Richter Prada e Germán Ruiz Figueroa.
Non è stato richiesto l’ergastolo per avvenuto decesso per i cileni: Sergio Victor Arellano Stark, Juan Manuel Guillermo Contreras Sepúlveda, Luis Joaquín Ramirez Pineda e Marcelo Luis Manuel Moren Brito e per l’uruguaiano Iván Paulós.
La richiesta di assoluzione riguarda il militare uruguaiano Ricardo Eliseo Chávez Domínguez.
Gli archivi del Piano Condor ritrovati in Asunción del Paraguay nel 1992 riportano quale contabilità delle repressione un saldo di 50.000 persone assassinate, 30.000 scomparse (desaparecidos) e 400.000 incarcerate.
Il Processo Condor di Roma riguarda complessivamente 43 vittime di cui 6 italo-argentini, 4 italo cileni e 13 italo-uruguaiani insieme ad altre 20 vittime uruguaiane per le quali sorti l’imputato è un militare con cittadinanza italiana oltre che uruguaiana.
In assenza in Italia di una normativa riguardante i reati di “desaparición” e di tortura la normativa applicata è quella relativa all’omicidio plurimo aggravato.
Ricordiamoli:
Italo- argentini:
Horacio Domingo Campiglia – (6/6/1949) è Stato sequestrato insieme a Mónica Susana Pinus de Binstock il 12 marzo 1980 a Rio de Janeiro in arrivo da Panama. Sono stati deportati in Argentina al centro di detenzione clandestina “Campo de Mayo”. Ancora desaparecido.
Dora Marta Landi – (18/3/1955 a Tandil, Provincia di Buenos Aires, Argentina). Militante di Montoneros. Sequestrata il 29 marzo 1977 ad Asunción del Paraguay insieme al fidanzato Alejandro José Logoluso al connazionale José Nell e due cittadini uruguaiani. Torturati e trasportati in aereo il 16 maggio 1977 in Argentina. Ancora desaparecidos.
Alejandro José Logoluso – (1956 a Mar del Plata, Argentina) Studente di Agronomia alla città di La Plata. Militante della “Juventud Trabajadora Peronista” (JTP) e Montoneros. Sequestrato in Asunción del Paraguay insieme alla fidanzata Dora Marta Landi al connazionale José Nell e due cittadini uruguaiani. Torturati e trasportati in aereo il 16 maggio 1977 in Argentina. Ancora desaparecidos.
Luis Stamponi – (14/02/1935 a Punta Alta, Argentina). Militante del PRT-B, istruitosi a Cuba, il Che Guevara lo nomina nel suo diario e li sollecita che l’accompagni nella sua esperienza rivoluzionaria. Il governo del dittatore Banzer lo cattura il 28-09-1976 a Llallagua e dopo d’averlo torturato lo consegna alla gendarmeria argentina, il 15 ottobre del 1976. Ancora desaparecido.
Mafalda Corinaldesi – (25/11/1915 a Bahía Blanca, Argentina). Madre di Luis Stamponi, all’età di 64 anni si reca in Bolivia il 13 novembre del 1976 a indagare per la scomparsa di suo figlio. Non ricevendo notizie attendibili dal governo, ritorna a Buenos Aires alla ricerca di informazioni. La notte del 19 novembre dall’Hotel Esmeralda la sequestrano tre integranti della Polizia Federale. Ancora desaparecida.
Lorenzo Ismael Viñas – (20/6/1955) Militante di Montoneros. Mentre cerca di raggiungere in autobus il Brasile per raggiungere l’Italia, viene detenuto a Paso de los Libres in Provincia di Corrientes, Argentina, il 26 giugno 1980. Ancora desaparecido.
Italo-cileni:
Jaime Patricio Donato Avendaño – (30/05/1934) Membro del Partito Comunista e dirigente sindacale. Detenuto a Santiago il 5 maggio del 1976. Ancora desaparecido.
Juan Bosco Maino Canales – (19/02/1949) Laureato in Ingegneria e Fotografo. Militante del “Movimiento de Acción Popular Unitaria” (Mapu). Detenuto a Santiago il 26 maggio del 1976. Ancora desaparecido.
Juan José Montiglio Murúa – (24/06/1949) Studente universitario di biologia. Militante del Partito Socialista e capo della “Guardia Presidencial” (GAP). Detenuto a Santiago il 11 di settembre del 1973. Ancora desaparecido.
Omar Venturelli Leonelli – (1/2 1942) Professore dell’Università Cattolica di Temuco, ex sacerdote, membro del gruppo “Cristianos por el Socialismo”. Detenuto a Temuco il 25 di settembre del 1973. Ancora desaparecido.
Italo-uruguaiani:
Armando Bernardo Arnone Hernández – (20/08/1952, Montevideo, Uruguay). Sequestrato il 1° ottobre del 1976 a Buenos Aires. Era militante del PVP e sarebbe stato deportato nel centro di torture “Automotoras Orletti”. Ancora desaparecido.
Daniel Alvaro Banfi Baranzano – (28/10/1950, Montevideo, Uruguay). Sequestrato il 13 settembre del 1974 nella località di Haedo, Provincia di Buenos Aires. Il suo corpo è stato ritrovato il 29 ottobre, insieme a quello di altri due uruguaiani, a 159 km della Capitale Federale. Era militante del 26 de Marzo e del MLN-Tupamaros.
Andrés Humberto Domingo Bellizzi – (21/04/1952, Montevideo, Uruguay). Sequestrato il 19 aprile del 1977 a Buenos Aires, Argentina. Era militante alla ROE, (Resistecia Obrero Estudiantil). Ancora desaparecido.
Raúl Edgardo Borrelli Cattaneo – (18/2/1954, Montevideo, Uruguay). Sequestato il 22 luglio 1977 a Lanús, Provincia di Buenos Aires, Argentina. Deportato nel “Pozo de Quilmes”, sarebbe stato trasportato in Uruguay. Ancora desaparecido.
Julio César D’Elía Pallares – (28/09/1946, Montevideo, Uruguay). Sposato con Yolanda Iris Casco Ghelpi de D’Elia. Dopo il matrimonio è stato sequestrato il 22 dicembre del 1977 a San Fernando, Buenos Aires, Argentina. Erano militanti dei “Grupos de Acción Unificadora” (GAU). Lei era incinta di otto mesi. Deportati nel “Pozo de Banfield”. Yolanda ha dato alla luce un bambino, che recupererà la sua vera identità solo nel 1995, del quale si appropriò un ufficiale dell’intelligenza navale argentino. Julio César e sua moglie sono ancora desaparecidos.
Yolanda Iris Casco Ghelpi de D’Elia – (28/12/1945, Salto, Uruguay) Sposata con Julio César D’Elía Pallares. Dopo il matrimonio è stata sequestrata il 22 dicembre del 1977 a San Fernando, Buenos Aires, Argentina, insieme al marito. Yolanda e suo marito sono ancora desaparecidos.
Edmundo Sabino Dossetti Techeira – (19/11/1952, Montevideo, Uruguay). Sequestrato a Vicente López, in Provincia di Buenos Aires, insieme a sua moglie Ileana Sara María García Ramos il 21 dicembre 1977. Militante nei “ Grupos de Acción Unificadora” (GAU). Ancora desaparecido.
Ileana Sara María García Ramos de Dossetti – (31/3/1954, Montevideo, Uruguay) Sequestrata a Vicente López, in Provincia di Buenos Aires, insieme a suo marito Edmundo Sabino Dosetti Techeira il 21 dicembre 1977. Militante nei “ Grupos de Acción Unificadora” (GAU). Ancora desaparecida.
Gerardo Francisco Gatti Antuña – (30/04/1931, Montevideo, Uruguay). Sequestrato il 9 giugno del 1976 a Buenos Aires, Argentina. Dirigente del PVP. Deportato nel centro di torture “Automotoras Orletti”. Ancora desaparecido.
Héctor Giordano Cortazzo – (13/05/1938, Durazno, Uruguay). Sequestrato tra il 7 e il 9 giugno 1978 a Buenos Aires, Argentina. Militante del Partito Comunista Rivoluzionario (PCR). È stato visto in un centro clandestino di detenzione nelle vicinanze della base aerea “El Palomar” nella Provincia di Buenos Aires. Ancora desaparecido.
Raúl Gambaro Nuñez – (12/10/1939, Montevideo, Uruguay). Sequestrato il 27 dicembre 1977 nella sede della Direzione Nazionale di Migrazioni di Buenos Aires, da parte delle “Fuerzas Conjuntas” di Uruguay. Dirigente sindacale, militante GAU. Visto nel centro “Pozo de Banfield” potrebbe essere stato trasferito in Uruguay. Ancora desaparecido.
María Emilia Islas Gatti de Zaffaroni – (11/04/1953, Montevideo, Uruguay). Sequestrata a Vicente López, Provincia di Buenos Aires il 27 settembre 1976, insieme suo marito Jorge Zaffaroni e sua figlia Mariana, di 18 mesi. Erano militanti del PVP. Sono stati deportati in “Automotores Orletti”. Di Mariana si appropriò un agente del SIDE, e solo nel 1992 ha ricuperato la sua identità. María Emilia e suo marito sono ancora desaparecidos.
Juan Pablo Recagno Ibarburu – (29/01/1951, Montevideo, Uruguay). Sequestrato il 2 ottobre del 1976 a Buenos Aires, Argentina. Deportato nel centro “Automotores Orletti”. Era militante del PVP. Ancora desaparecido.
Uruguaiani:
Gustavo Raúl Arce Viera
Nato il 15.09.1948 a Montevideo. Studente di Medicina. Impiegato amministrativo sia nell’azienda Alpargatas di Uruguay che nell’azienda Perle in Argentina. Militante dei Grupos de Acción Unificadora (GAU), Frente Amplio (FA); Sindicato de Empleados de Alpargatas (SEA), Convención Nacional de Trabajadores (CNT). Federación de Administrativos de la Industria Textil (FAIT) (in Argentina). Sequestrato il 27.12.1977 presso l’azienda Perle. Deportato nel Pozo de Banfield. Ancora desaparecido.
María Asunción Artigas Nilo de Moyano
Nata il 26.03.1951 a Montevideo. Studente di Medicina. Militante della Resistencia Obrero Estudiantil (ROE) in Uruguay e del Movimiento de Liberación Nacional- Tupamaros (MLN- T) in Argentina. Sequestrata insieme al marito Alfredo Moyano il 30.12.1977 presso il loro domicilio a Berazategui in Argentina. Incinta di un mese al momento della detenzione. Detenuta presso i centri clandestini di Pozo de Quilmes e Pozo de Banfield. La figlia Maria Victoria nasce il 25.08.1978 nel centro di detenzione ricupera la propria identità nel 1987. Maria Artigas e suo marito sono ancora desaparecidos.
Alfredo Moyano Santander
Nato il 01.03.1956 a Buenos Aires nazionalizzato uruguaiano. Imbianchino. Militante della Resistencia Obrero Estudiantil (ROE) in Uruguay e del Movimiento de Liberación Nacional-Tupamaro (MLN- T) in Argentina. Sequestrato il 30.12.1977 presso il loro domicilio a Berazategui in Argentina insieme alla moglie María Artigas, incinta di un mese al momento della detenzione. Detenuto presso i centri clandestini di Pozo Quilmes, Pozo de Banfield e COT 1 Martínez. La figlia Maria Victoria nasce il 25.08.1978 nel centro di detenzione ricupera la propria identità nel 1987. Alfredo Moyano e sua moglie sono ancora desaparecidos.
Alfredo Fernando Bosco Muñoz
Nato il 29.09.1953 a Mercedes in Uruguay. Studente di Economia, impiegato nel Banco Financiero Sudamericano. Militante GAU, Frente Amplio, FEUU, AEBU e CNT. Sequestrato il 21.12.1977 nel domicilio del matrimonio Dossetti-Garcia a Vicente López in Argentina. Probabilmente il centro di detenzione fu il Pozo di Banfiel. Ancora desaparecido.
Carlos Federico Cabezudo Pérez
Nato il 27.04.1948 a Mercedes nel dipartimento di Soriano. Studente di Ingegneria. Professore di Matematica e di Disegno. Militante del Partido Comunista Revolucionario (PCR). Sequestrato il 30.12.1977 insieme a Juvelino Carneiro e Carolina Barrientos presso il loro domicilio a Buenos Aires. Detenuto presso i centri clandestini di Pozo de Quilmes e Pozo de Banfield. Carlos Cabezudo e i coniugi Carneiro-Barrientos sono ancora desaparecidos.
Juvelino Andrés Carneiro Da Fontoura Gularte
Nato il 04.02.1943 nel dipartimento di Rivera. Studente Universitario in Uruguay, impartiva lezioni private in Argentina. Militante del Partito Comunista Rivoluzionario (PCR). Sequestrato il 30.12.1977 nella sua abitazione a Buenos Aires insieme a sua moglie Carolina Barrientos Sagastibelza e Cabezudo Pérez che abitava insieme a loro. Detenuto nei centri clandestini di Pozo de Banfield e Pozo de Quilmes e COT 1 Martínez. Juvelino, la moglie e Cabezudo sono ancora desaparecidos.
Carolina Barrientos Sagastibelza de Carneiro (argentina-uruguaiana)
Nata nel 1940 in Argentina. Laureata in Chimica. Insegnante di Chimica. Vincolata al Partito Comunista Rivoluzionario (PCR). Sequestrata il 30.12.1977 nella sua abitazione a Buenos Aires insieme a suo marito Juvelino Carneiro e Cabezudo Pérez che abitava insieme a loro. Detenuta nel centro clandestino Pozo de Banfield. Carolina, il marito e Cabezudo sono ancora desaparecidos.
Atalivas Castillo Lima
Nato il 03.09.1930 nel dipartimento di Artigas. Bracciante agricolo nelle piantagioni di zucchero di Bella Unión e falegname in Argentina. Fondatore dell’ Unión de Trabajadores Azucareros de Artigas (UTAA) e militante della CNT, integrante del Comité Central e della Comisión Política del Movimento di Liberación Nacional- Tendencia Proletaria (MLN-TP). Sequestrato il 23.12.1977 nel suo domicilio nella località di Laferrére in Argentina. Nella stessa abitazione risiedeva una donna argentina sopranominata la Pocha che al momento dell’ingresso dei sequestratori si è suicidata. Detenuto probabilmente nel centro clandestino di Pozo de Quilmes. Ancora desaparecido.
Alberto Corchs Laviña
Nato a Montevideo il 19.04.1946. Studente di ingegneria e docente in Uruguay. In Argentina occupato in una società di assicurazioni. Militante GAU, Frente Amplio, UAL (in Argentina). Scomparso il 21.12.1977, quando viene sequestrato nel suo domicilio a La Lucila insieme alla moglie Elena Lerena. Il piccolo figlio fu lasciato ai vicini. Una settimana dopo i sequestratori tornano per prendersi anche il bambino, ma lui già era in Uruguay con i nonni. I luoghi di detenzione probabile furono il Pozo di Banfiel e il Pozo de Quilmes. Lui e sua moglie sono ancora desaparecidos.
Elena Paulina Lerena Costa de Corchs
Nata a Montevideo il 22.05.1947. Funzionaria nell’amministrazione scolastica in Uruguay e impigata in un laboratorio in Argentina. Militante GAU, Frente Amplio, UAL (in Argentina). Scomparsa il 21.12.1977 quando viene sequestrata nel suo domicilio a La Lucila insieme al marito Alberto Corchs. Il piccolo figlio fu lasciato ai vicini. Una settimana dopo i sequestratori tornano per prendersi anche il bambino, ma lui già era in Uruguay con i nonni. I luoghi di detenzione probabile furono il Pozo di Banfiel e il Pozo de Quilmes o il COTI Martinez. Lei e suo marito sono ancora desaparecidos.
Célica Elida Gómez Rosano
Nata il 16.02.1947 nel dipartimento di Durazno. Studia Mecanografia in Uruguay e Informatica in Argentina. Impiegata nell’agenzia ufficiale di notizie in Argentina (TELAM). Senza militanza ma era vincolata a militanti del Partido Comunista Revolucionario (PCR), svolgendo una funzione di collegamento. Sequestrata il 03.01.1978 mentre usciva dal lavoro. Detenuta presso il centro clandestino di Pozo de Banfield. Ancora desaparecida.
Gustavo Alejandro Goycochea Camacho
Nato il 14.08.1949 a Paso de los Toros in Uruguay. Funzionario amministrativo presso il saponificio Bao S.A. in Uruguay, licenziato nel 1973. In Argentina funzionario amministrativo dell’azienda Electrolux. Militante GAU, Frente Amplio, Sindacato dell’industria (SIQ), CNT e in Argentina UAL. Sequestrato il 23.12.1977 insieme a sua moglie Graciela Basualdo presso il loro domicilio nel quartiere di Barracas a Buenos Aires. Il figlio di due anni fu lasciato a una vicina. I probabili centri di detenzione sono il COTI Martinez e il Pozo de Banfield. Lui e sua moglie sono ancora desaparecidos.
Graciela Noemi Basualdo Noguera de Goycochea
Nata il 19.09.1956 a Buenos Aires. Impiegata presso l’azienda Pirelli. Militante o vincolata ai GAU e al Frente Amplio. Sequestrata il 23.12.1977 insieme a suo marito Gustavo Goycoechea presso il loro domicilio nel quartiere di Barracas a Buenos Aires. Il figlio di due anni fu lasciato a una vicina. I probabili centri di detenzione sono il COTI Martinez e il Pozo de Banfield. Lei e suo marito sono ancora desaparecidos.
María Antonia Castro Huerga de Martínez
Nata il 03.09.1948 nel dipartimento di Florida. Medico Psichiatra presso il Casmu e Hospital Italiano a Montevideo e presso il Dipartimento di Medicina Nucleare a Buenos Aires. Militante GAU, Frente Amplio, AEM (Asociación Estudiantes de Medicina), FEUU (Federación Estudiantes Universitarios del Uruguay). Sequestrata il 23.12.1977 insieme a suo marito José Martínez nel loro domicilio del quartiere di Almagro a Buenos Aires. I probabili centri di detenzione sono stati il Pozo de Banfiel, il Pozo de Quilmes e forse anche il COTI Martinez. Lei e suo marito sono ancora desaparecidos.
José Mario Martínez Suárez
Nato il 12.02.1943 nel dipartimento di Florida. Studente della Escuela Universitaria de Servicio Social in Uruguay. Giornalista impiegato in una libreria in Argentina. Militante GAU e Frente Amplio. Sequestrato il 23.12.1977 insieme a sua moglie Maria Castro nel loro domicilio del quartiere di Almagro a Buenos Aires. I probabili centri di detenzione sono stati il Pozo de Banfiel, il Pozo de Quilmes. Lui e sua moglie sono ancora desaparecidos.
Miguel Ángel Río Casas
Nato il 30.08.1948 a Montevideo. Studente di diritto e barista in Uruguay, operaio in fabbrica e tappezziere in Argentina. Militante del Movimiento de Independientes 26 de Marzo (M26), Frente Amplio (FA); Movimiento de Liberación Nacional– Tupamaros (MLN- T) in Uruguay. Unión Artiguista de Liberación (UAL) in Argentina. Sequestrato il 25-26.12.1977 presso il domicilio di Atalivas Castillo (anche lui detenuto desaparecido) nella località di Laferrére in Argentina. Deportato nel centro clandestino di Pozo de Quilmes. Ancora desaparecido.
Aída Celia Sanz Fernández
Nata il 23.09.1950 a Montevideo. Studentessa di medicina in Uruguay, lavora come infermiera nell’unità di terapia intensiva dell’Asociación Española de Socorros Mutuos in Argentina. Dirigente di zona nel Movimiento de Independientes 26 de Marzo (M26), Frente Amplio e MLN-T Tupamaros. Sequestrata il 23.12.1977 presso il suo domicilio di San Antonio de Padua in Argentina. Detenuta nei centri Pozo de Banfield, Pozo de Quilmes o Centro de Operaciones Tácticas n.1.
Al momento del sequestro era in gravidanza da otto mesi e mezzo. Insieme a lei è stata sequestrata sua madre Elsa Fernández de Sanz e dopo quattro giorni il suo compagno Eduardo Gallo. Sono tutti ancora desaparecidos. La figlia Carmen Gallo Sanz nata nel campo di detenzione fu rapita dai sequestratori e ricuperò la propria identità nel 1999.
Elsa Haydee Fernández Lanzani de Sanz
Nata il 16.01.1916 a Montevideo. Pensionata senza alcuna militanza, si era recata in Argentina per assistere sua figlia Aida Sanz incinta di otto mesi e mezzo. Fu sequestrata il 23.12.1977 insieme alla figlia presso l’abitazione di San Antonio de Padua. Detenuta presso il centro di detenzione clandestino di Pozo de Banfield e probabilmente anche nel COT 1 Martínez. Lei, sua figlia e suo genero sono ancora desaparecidos. La nipote Carmen nata nel centro di detenzione ricupero l’identità nell’anno 1999.
Eduardo Gallo Castro
Nato il 04.11.1942 nel dipartimento di Salto. Bracciante agricolo nel zuccherificio di Bella Unión, imbianchino in Argentina. Militante del Movimiento de Liberación Nacional–Tupamaros (MLN-T); Unión de Trabajadores Azucareros de Artigas (UTAA), Convención Nacional de Trabajadores (CNT). Sequestrato il 25-26.12.1977 mentre si recava insieme a Miguel Rio Casas al domicilio di Atavilas Castillo nella località di Laferrére in Argentina per informare del precedente sequestro di sua moglie Aida Sanz e della suocera Elsa Fernández. Il luogo della detenzione fu probabilmente il Pozo de Quilmes. Sono tutti ancora desaparecidos. La figlia Carmen Gallo Sanz nata nel campo di detenzione fu rapita dai sequestratori e ricuperò la propria identità nel 1999.
Guillermo Manuel Sobrino Berardi
Nato il 14.12.1944 a Montevideo. Funzionario della Facoltà di Medicina in Uruguay, svolgeva l’attività di tipografo nel quartiere di Pompeya a Buenos Aires. Militante AMS (Agrupaciones de Militantes Socialistas) e UAL (Unión Artiguista de Liberación) in Argentina. Sequestrato il 22.12.1977 presso la sua abitazione e luogo di lavoro. È stato nel centro di detenzione Pozo de Quilmes. Ancora desaparecido.
In lungo l’intera fase dibattimentale attraverso le deposizioni degli oltre 160 testimoni, familiari, vittime ed esperti, provenienti dall’America Latina e non solo, insieme all’esame di una molle incredibile di documenti, prendendo atto anche i testimoni introdotti dalla difesa, si è potuto ricostruire la barbarie del terrore, nell’intento di far luce su uno dei capitoli più bui della storia del Novecento. Memorabile è stato il lavoro degli avvocati di parte civile (Mario Angelelli, Nicola Brigida, Simona Filippi, Martina Felicori , Fabio Maria Galiani, Marcello Gentile, Danilo Leva, Alessia Liistro, Marta Lucisano, Gianluca Luongo, Antonello Madeo, Ernesto Magorno, Giancarlo Maniga -autore della denuncia sui desaparecidos uruguaiani che ha dato avvio nel 1999 al processo Condor-, Alicia Mejia, Dario Piccioni, Andrea Ramadori, Arturo Salerni, Paolo Sodani, Andrea Speranzoni), dei PM, e delle associazioni e istituzioni che si sono costituite parte civile che sono stati a loro fianco in questa lunga battaglia. E’ utile ricordare, inoltre, che tra le parti civili ed i sostegni ad audiuvandum per tutti casi o per specifici si sono costituiti la Presidenza del Consiglio dei Ministri d’Italia, lo Stato dell’Uruguay, il partito Frente Amplio dell’Uruguay, il Partito Democratico italiano, i sindacati Cgil, Cisl, Uil, le associazioni AFDD (Agrupación de Familiares de Detenidos Desaparecidos) del Cile e ASOFAMD (Asociación de Familiares de Detenidos Desaparecidos y Martires por la Liberación Nacional y Social) della Bolivia, e le Regioni Emilia Romagna e Calabria.
I podcast di Radio Radicale che hanno permesso l’ascolto delle udienze su scala globale, insieme alle consuete conferenze stampa dei testimoni presso la Sezione Internazionale della Fondazione Basso organizzate dalla 24marzo Onlus, della quale è presidente Jorge Ithurburu, alma mater dell’intero processo, hanno ulteriormente contribuito alla costruzione della memoria.
Già prima della sentenza molte vittime sono riuscite ad ottenere un primo riconoscimento giudiziario: quello che esista un luogo nel mondo dove si trovi l’informazione che dimostri di essere stati vittime di crimini di lesa umanità. Il giornalista ed esperto uruguaiano Roger Rodriguez ricordò al riguardo che “La verità è già una forma di giustizia”.
Aurora Meloni, vedova di Daniel Banfi -considerato il primo caso “Condor”-, ricordava: “Importante per le nostre società, che i nostri giovani sappiano quello che è accaduto prima, solo così si costruisce un futuro e si evitano momenti brutti”.
La celebrazione di un processo di tale entità, in un luogo tanto distante geograficamente come distante nel tempo, costituisce un monito per il presente e per il futuro: i crimini di lesa umanità non si prescrivono.