Oltre 20.000 hanno preso parte alla catena umana contro le trivellazioni petrolifere in terra e mare che si è svolta domenica 25 agosto sulla spiaggia di Schiavonea nel comune di Corigliano Calabro.
Un grande movimento popolare per dire no al nuovo piano di trivellazioni che dovrebbe riguardare alcuni tratti di costa nella provincia di Cosenza e di Crotone.
Le nuove piattaforme da cui estrarre i barili di greggio e metano andrebbero ad aggiungersi a quelli già esistenti nel crotonese, dove ogni anno vengono estratti circa 12 milioni di mc di greggio dalle sei piattaforme e dai 28 pozzi già in produzione.
Gli animatori del movimento No Triv sottolineano come la trivellazioni non portano vantaggi economici ed occupazionali per i territori interessati, come il caso della Basilicata dimostra chiaramente, ma solo danni per la pesca, l’agricoltura e il turismo. E le persone.
E’ utile ricordare a tal riguardo che a Corigliano Calabro c’è la flotta di pescherecci più grossa della Calabria e che la pesca lì costituisce, insieme all’agricoltura ed al commercio, un settore trainante dell’intera economia comunale.
In una regione come la Calabria, che negli anni ha conosciuto tanti sfregi sul suo territorio, questa ritrovata coscienza critica verso nuove e più insidiose forme di violenza sull’ambiente, è un fatto di grande importanza, forse la prova che qualcosa inizia a cambiare anche da queste parti.
Intanto il movimento chiede al Ministero dell’ambiente di bloccare i progetti di ricerca petrolifera nel mar Jonio ed alla Regione Calabria di fermare le procedure di VIA per le domande di trivellazione sulla terra ferma.
Staremo a vedere…