Ha fatto molto rumore la battuta di Berlusconi sui tedeschi che “non ammettono l’esistenza dei lager durante il periodo nazista”. Ora, a prescindere dalla veridicità o meno di una simile affermazione, la vera questione è a mio avviso un’altra: perché rinfacciare ai tedeschi i crimini del passato, glissando invece su quelli del presente? Perché lo sterminio odierno del popoli mediterranei, greci in testa, vale meno dell’Olocausto ebraico? Non sarebbe più nobile impedire che i tedeschi di oggi uccidano il disoccupato portoghese, il precario irlandese e l’ammalato spagnolo, anziché perdersi in diatribe strumentali già digerite dalla Storia? In molti troveranno ardito il paragone. Per forza, nessun suddito può avere piena contezza del regime che l’opprime se non all’indomani della caduta del tiranno. Quanti tedeschi o italiani pensiate avessero una percezione reale del fascismo o del nazismo durante gli anni ’30? Pochi, pochissimi credo. Oggi è uguale. L’uomo, istintivamente, tende a minimizzare la ferocia del potere che contingentemente lo domina.
Si chiama sindrome di Stoccolma ed è più diffusa di quanto si pensi. Tutta la stampa di regime, inoltre, fa a gara nel coprire i drammi causati dalle politiche del rigore volute dalla Germania, praticando una assoluzione preventiva che paralizza lo spirito critico degli uomini più ingenui e creduloni. Fate attenzione, gli strumenti oggi usati dai tedeschi per uccidere sono certamente diversi rispetto a quelli di moda ai tempi dal fuhrer. Ma la volontà omicidiaria palesata dai discendenti di Arminio è di fatto identica. Nell’agire della Merkel, rispetto al Maestro Hitler, c’è forse perfino un surplus di ipocrisia e cinismo. Un po’ perché Angie pianifica lucidi stermini di massa in tempo di pace, e un po’ perché soffocare la gente per il tramite della fame e della disperazione è prassi sommamente ignobile. Siccome tutti sono bravi a brandire suggestioni slegate dalla realtà, vi invito adesso a riflettere sui numeri di questa vera e propria guerra che la Germania della Merkel sta conducendo contro i più deboli su mandato della massoneria reazionaria ora prevalente.
Due attivisti per i diritti umani di nazionalità tedesca, Sarah Luzia Hassel Reusing e Volker Reusing, nobili difensori delle ragioni degli oppressi, hanno presentato nel 2012 una dettagliata denuncia per crimini contro l’umanità nei confronti di Lagarde, Merkel, Barroso, Van Rompuy e Schauble (clicca per leggere). Leggendo la documentatissima relazione a supporto dell’accusa, stranamente non coinvolgente il principale responsabile di cotanto sfacelo, ovvero il Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, viene semplicemente da rabbrividire.
Dipoi, come ricorda Luciano Gallino (clicca per leggere), nel febbraio del 2014, la rivista Lancet, bibbia nel campo dell’approfondimento medico e scientifico, ha tracciato un quadro sconvolgente circa le conseguenze provocate dall’applicazione cieca e nazista delle misure di austerità imposte dalla Germania ai Paesi periferici dell’Unione: malati di cancro morti perché sprovvisti dei soldi necessari per reperire medicine salvavita; bambini ridotti in condizione di povertà assoluta; ricomparsa di malattie del passato come tubercolosi e malaria ed aumento dei suicidi fino ad una massimo del 50% testimoniano il “grande successo dell’euro”, per dirla con Mario Monti. Se pensate poi come tutta la sofferenza causata dall’applicazione di queste politiche sadiche, affamatrici e violente, non abbia oggettivamente migliorato per nulla i fondamentali macroeconomici delle nazioni di volta in volta torturate, potrete infine comprendere quanta gratuita malvagità guidi la mano di carnefici del calibro di Angela Merkel. Dopo essere stata ripetutamente stordita con il veleno dell’austerità, la Grecia registra oggi un debito pubblico altissimo e una disoccupazione galoppante, il tutto condito da una instabilità politica crescente minacciata dal naturale riemergere di formazioni nemiche della democrazia e della libertà. Alba Dorata in testa. Vi pare ancora così peregrino il raffronto tra Adolf Hitler eAngela Merkel? Pensateci bene.
di Francesco Maria Toscano