Oggi riprendono a Ginevra i negoziati relativi al nucleare iraniano, divenuto in questi ultimi anni un motivo di preoccupazione per la comunità internazionale in quanto possibile passo preliminare per realizzare l’arma atomica. Il nuovo governo di Rohani, succeduto a quello di Ahmadinejad (verbalmente più aggressivo), ha mostrato un diverso approccio nell’ambito della politica estera ed ha portato nel volgere di pochi mesi ad un’intesa che ancora va definita e implementata concretamente sia tra i negoziatori, sia con l’AIEA (vedi scheda allegata).
Ciò che sembrava impossibile fino a poco tempo fa sembra avviarsi verso una soluzione, che peraltro suscita comunque critiche e timori, soprattutto qualora ponesse fine all’isolamento di Teheran. Le critiche più forti non vengono solo da Israele (“un errore storico”), ma anche dagli ambienti conservatori statunitensi. A queste si aggiungono i timori degli avversari regionali dell’Iran
rispetto ad una ripresa dell’azione geopolitica del potente vicino, la cui azione s’inserisce nel duro confronto in atto nel mondo islamico tra sciiti e sunniti.
Invece, non si possono non considerare positivamente la ricerca di un dialogo e i tentativi di accordo tra le parti (in primis tra Obama e Rohani), che possono dare prospettive diverse non solo alla questione nucleare, ma anche al groviglio di tensioni in atto in tutta l’aria medioorientale, Siria compresa.
Né va dimenticato a questo proposito che anche il disarmo chimico di Damasco (già in atto in questi giorni con l’avvio del piano della distruzione dei container di gas sarin e tabun) rientra in questi spiragli che possono far intravedere soluzioni diverse in un teatro dove le prime e maggiori vittime sono sempre le popolazioni civili.
di Maurizio Simoncelli
Iran: Vertice di Ginevra del 20 gennaio 2014
1. L’accordo provvisorio del 24 novembre 2013
Al termine di due mesi di intenso negoziato, nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2013, i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania (P5+1) avevano siglato con l’Iran il primo elemento di un accordo quadro in grado di portare, nel corso dei successivi sei mesi, alla negoziazione di un “accordo complessivo” sul tema del nucleare. In cambio, il gruppo P5+1 (o, per essere più precisi, gli Stati Uniti e l’Unione Europea) avevano deciso di eliminare parte delle sanzioni contro l’Iran. Ciò permetterebbe a quest’ultimo di riprendere limitate relazioni commerciali con gli Stati Uniti nei settori del petrolio e del gas, in quello petrolchimico e automobilistico, nel commercio di oro e metalli preziosi: il beneficio risultante per l’Iran di 5-7 miliardi di dollari. Questo accordo, tuttavia, non è solo una questione di affari: il gruppo P5+1 aveva inoltrato, infatti, la richiesta che l’Iran spengesse e smantellasse le centrifughe già operative. Più in dettaglio, sono otto i punti principali di questo accordo preliminare:
- L’Iran ha acconsentito ad interrompere la propria capacità di arricchimento al 20%, impegnandosi nella conversione dei materiali già arricchiti in barre combustibili. In tal modo verrà a mancare il presupposto per una capacità di utilizzo a scopo militare, fugando ogni sospetto circa l’intenzione di perseguire un programma bellico.
- Verrà poi sospesa ogni attività del reattore ad acqua pesante di Arak, di cui era imminente l’entrata in servizio e su cui la Francia aveva già fatto naufragare la possibilità di un accordo nell’ultimo incontro ginevrino. L’Iran si è anche impegnato a non realizzare il progettato sistema di ritrattamento al fine di impedire qualsiasi uso del plutonio e scongiurarne in tal modo un possibile utilizzo bellico.
- L’Iran si è impegnato nei confronti dell’AIEA a una politica di totale trasparenza, fornendo dettagli non solo sul ciclo industriale, ma anche su quello dell’attività mineraria e di procurement, con l’autorizzazione a ispezioni a sorpresa, quotidiane o periodiche, in tutti gli impianti inclusi nel documento negoziale sul programma nucleare.
- Come contropartita, i paesi del 5+1 si sono impegnati a garantire all’Iran l’immediata revoca delle sanzioni sulle esportazioni di petrolio e quelle sui servizi associati. In tal modo sarà permesso a Teheran di riprendere in modo pressoché integrale la propria politica commerciale nel settore degli idrocarburi attraverso un programma che potrebbe, anche a breve, riportare le compagnie straniere a investire nel Paese.
- È stata, quindi, concessa all’Iran una limitata capacità di esportazione di prodotti non petroliferi, di fatto sancendo la possibilità di operare commercialmente soprattutto nelle aree di prossimità geografica. Saranno rimossi i vincoli delle sanzioni sui prodotti petroliferi e del settore automobilistico, aprendo il mercato a importanti evoluzioni soprattutto nel rapporto con i partner stranieri.
- Verrà inoltre rimosso il divieto di commerciare oro e metalli preziosi con l’Iran, in modo da favorirne la possibilità di ottenere e proporre modalità di pagamento alternative alle proprie controparti commerciali. Questa limitazione aveva penalizzato fortemente, in particolar modo nell’ultimo anno, i rapporti economici fra Teheran e numerosi Paesi africani.
- Saranno definitivamente abolite le sanzioni sulle forniture al settore del trasporto aereo commerciale iraniano, il che permetterà di agevolarne l’ammodernamento e facilitare l’approvvigionamento dei ricambi e delle strumentazioni più moderne.
- Infine, verrà definito un sistema finanziario internazionale che consentirà la fornitura di generi alimentari, medicinali, macchinari sanitari e altre voci all’Iran che saranno pagati tramite i proventi della vendita di prodotti petroliferi ancora bloccati all’estero. Sarà così risolto uno dei più spinosi e complessi capitoli del contenzioso.
Ciò che l’Iran non ha ottenuto (e su cui aveva fortemente puntato sin dall’inizio dei negoziati) è stato l’ufficiale riconoscimento del diritto all’arricchimento. Su questo aspetto, considerato da Teheran non negoziabile sino a pochi mesi fa, le Parti erano riuscite a venirsi incontro: Teheran ha dimostrato insperata flessibilità, accogliendo una delle principali richieste degli Stati Uniti, fortemente sotto pressione sullo specifico argomento da parte di Israele e dell’Arabia Saudita.
2. AIEA ed Iran
A novembre 2013, Iran e AIEA (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica), avevano raggiunto un patto di cooperazione con sei steps iniziali per i tre mesi successivi, compreso l’accesso a strutture e informazioni. Gli ispettori dell’AIEA erano inoltre stati invitati dall’Iran a visitare il reattore ad acqua pesante di Arak l’8 dicembre 2013, la prima volta dopo agosto 2011. Due ispettori AIEA si sono potuti pertanto recare alla centrale di Arak, a 250 chilometri dalla capitale iraniana, dove hanno visitato l’impianto di produzione dell’acqua pesante, parte necessaria di ogni impianto nucleare. Non è la prima volta che gli ispettori arrivano ad Arak, ma questa visita è stata importante perché fa appunto parte del mandato più ampio dato all’AIEA nell’ambito del nuovo accordo. L’agenzia ONU per il nucleare ha annunciato il 14 gennaio 2014, tuttavia, che l’incontro con l’Iran previsto per la settimana successiva (si parlava indicativamente del 21 gennaio) per discutere del suo programma nucleare è stato rinviato al prossimo 8 febbraio, senza fornire motivazioni. I colloqui tra l’Iran e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, infatti, sono separati (per quanto intrinsecamente collegati) da quelli tra Teheran e le sei potenze mondiali sulla discussa attività nucleare iraniana.
3. Aspettative per il vertice del 20 gennaio 2014
Più di un mese e mezzo dopo lo storico accordo provvisorio di Ginevra sul nucleare iraniano del 24 novembre 2013, è stato confermato ufficialmente che l’applicazione dell’intesa scatterà dal 20 gennaio 2014, come ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Marziyeh Afkham, confermando un data emersa già a capodanno, ma il cui annuncio ufficiale era stato rinviato per consentire le ultime messe a punto delle modalità di applicazione dell’accordo, incagliatosi fino a poco fa sulle attività di ricerca nucleare nell’impianto iraniano di Natanz. È a partire da quella data che cominceranno a decorrere i sei mesi necessari a definire i dettagli per smantellare il programma di arricchimento dell’uranio in Iran. Si tratta indubbiamente di un progresso concreto che, però, non consente di nutrire eccessive illusioni, a detta dello stesso presidente Obama, sull’esito finale del negoziato, su cui continuano ad incombere le sanzioni statunitensi se l’Iran non dovesse rispettare i suoi impegni. Europa e Stati Uniti esprimono, nondimeno, soddisfazione per l’annuncio dell’Iran della conferma della data del 20 gennaio 2014: da Bruxelles l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e coordinatrice del gruppo di potenze del gruppo 5+1 che negozia sul nucleare iraniano, Catherine Ashton, ha sottolineato che sono state poste le basi per un’applicazione coerente, solida e graduale dell’accordo di Ginevra e che ora verrà chiesto all’AIEA di prendere misure per la verifica dell’applicazione dell’accordo.
(scheda a cura di Roberta Daveri)
Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo