Autobombaa Beirut. Un altro attentato nella capitale lilbanese, a pochi giorni da quello che ha causato la morte del politico sunnita Mohammed Shattah, ex ministro delle Finanze. Almeno cinque morti e 30 feriti feriti il bilancio provvisorio dell’attentato dinamitardo compiuto nel cuore della roccaforte degli Hezbollah libanesi a Beirut.
La deflagrazione è avvenuta al centro del cosiddetto «quadrato di sicurezza» di Hezbollah, vicino alla vecchia sede della tv al Manar del movimento sciita libanese, nel quartiere di Bir al Abed, nella trafficata via Arif e a poche centinaia di metri da un palazzo dove è ospitato il politburo del Partito di Dio. I testimoni affermano che la strada era affollata di gente. Almeno un’autobomba è esplosa sul luogo.
L’esercito fa sapere che erano stati piazzati venti chilogrammi di esplosivo sotto un Suv verde scuro, altre indagini sono in corso per capire come l’esplosivo sia stato innescato. Un ufficiale della sicurezza ha aggiunto che resti umani sono stati trovati all’interno e all’esterno del veicolo e che si sta cercando di capire se si sia trattato di un attentato suicida.
La stagione delle autobombe è il frutto avvelenato della guerra civile in Siria che fin dall’inizio ha avuto riflessi diretti nel vicino Libano. Ancora una volta il Libano diventa la scacchiera su cui potenze regionali e internazionali giocano la loro sanguinosa partita per la supremazia in Medio Oriente.
di Redazione