Marijuana di Stato è realtà in Uruguay. Il Senato uruguayano ha approvato in via definitiva il progetto di legge che prevede che sarà lo Stato a farsi carico della produzione, distribuzione e vendita della marijuana.
La norma è stata approvata con i soli voti della coalizione di sinistra al governo a Montevideo (Fronte Ampio) e il voto contrario dell’opposizione.
La legge prevede la creazione di un Istituto di regolamentazione della cannabis (Inc), che concederà licenze ai privati per la coltivazione delle piante da parte di singoli (massimo sei piante a testa), associazioni di consumatori (massimo 45 soci e 99 piante) e produttori più importanti, che venderanno la marijuana attraverso una rete di farmacie autorizzate, per un massimo di 40 grammi mensili a persona.
Il controllo del mercato della marijuana sarà garantito dal registro di consumatori, la cui privacy sarà garantita dalle norme già esistenti in materia di protezione dei dati.
Il presidente José Mujica ha specificato che la riforma è tesa a tentare un “esperimento al di fuori del proibizionismo, che è fallito” per riuscire a “strappare un mercato importante ai trafficanti di droga”.
Scettica l’opposizione che ha contestato fortemente la legge sostenendo che è in palese violazione dei trattati internazionali in materia di droghe, e di difficile attuazione e potrebbe risultare incostituzionale.
Lo stesso Mujica ha ammesso che “forse l’Uruguay non è pronto per questa esperienza”, come dimostrano i sondaggi, secondo i quali oltre il 60% dei cittadini si oppone alla riforma, sottolineando che se l’opposizione riunisce le firme necessarie non si opporrà alla convocazione di un referendum abrogativo della discussa riforma.
Nel frattempo, però, i consumatori festeggiano…
di Redazione