Parla Kshama Sawant, leader di Alternativa Socialista e attivista Occupy, che alle scorse elezioni comunali a Seattle ha conquistato a sorpresa il seggio. Per lei il 60 per cento della popolazione è insoddisfatta sia dei Democratici che dei Repubblicani: “La nostra campagna ha dato voce alla rabbia contro le politiche delle grandi corporation e l’economia disfunzionale. Siamo partiti dai bisogni di lavoratori, studenti e poveri”.
La conquista di un seggio alle elezioni comunali di una grande città americana come Seattle è un evento storico per la candidata del piccolo partito Alternativa Socialista: Kshama Sawant, un’immigrata indiana di 41 anni, insegnante universitaria part time ed ex attivista locale del movimento Occupy. Alle recenti elezioni amministrative della Capitale dello Stato di Washington, ha sconfitto il democratico Conlin ottenendo il 50,46 per cento dei voti, dopo aver ricevuto al primo turno circa il 35 per cento dei consensi.
Ha conquistato gli elettori di Seattle con un programma radicale di sinistra che prevede l’aumento del salario minimo in città a 15 dollari l’ora, il controllo del prezzo degli affitti, una tassa milionaria sui redditi più alti per finanziare il trasporto pubblico e l’istruzione. Si oppone anche a un progetto, giudicato altamente inquinante, che prevede il transito lungo Seattle di un elevato numero di treni che trasportano il carbone verso il porto di Bellingham, che diverrebbe il più grande terminale di esportazione del carbone nel Nord America.
Il prossimo anno negli Stati Uniti ci saranno le elezioni di medio termine. Per i Socialisti, dopo la vittoria di Sawant e il buon risultato ottenuto alle elezioni locali di Minneapolis da un altro membro di Alternativa Socialista, Ty Moore, sconfitto di misura, si apre la prospettiva storica di entrare al Congresso e cambiare la politica americana.
In quest’intervista Kashma Sawant spiega come è riuscita a compiere l’impresa storica di conquistare un seggio a Seattle, espone la strategia che intende intraprendere per perseguire il suo programma politico incentrato sulla giustizia sociale, descrive il rapporto col movimento Occupy e analizza il mutato clima d’opinione nella società americana dopo 5 anni dall’inizio della crisi economica e all’indomani delle recenti crisi politiche negli Stati Uniti.
Vincere un seggio nel Consiglio di città di Seattle è un risultato storico per i Socialisti. Come siete riusciti ad attirare tanto consenso alle vostre idee?
E’ una conquista storica. I fattori che hanno contribuito al nostro successo sono principalmente due. In primis, una campagna elettorale forte, vibrante e differente dalle altre: siamo stati gli unici senza finanziamenti delle grandi aziende ma abbiamo ricevuto più di 120mila dollari, in gran parte piccole donazioni effettuate dalla gente comune. Abbiamo mobilitato più di 300 volontari per tutta la campagna: sono andati porta a porta a spiegare le nostre idee, hanno affisso manifesti e adesivi per la città, hanno ospitato raduni e organizzato eventi etc.. Seattle ha il secondo consiglio comunale con gli stipendi più alti negli Stati Uniti, ho promesso di percepire quanto il salario medio dei lavoratori che rappresento, il resto di donarlo ai movimenti sociali.
Il secondo fattore del successo è il desiderio nella nostra società di una politica alternativa ai due partiti che, secondo noi, sono entrambi rappresentativi degli interessi delle grandi imprese. Le crisi politiche come il recente “shutdown”, i tentativi di Obama di intraprendere la guerra in Siria e le rivelazioni che si sono succedute sullo spionaggio domestico dell’NSA hanno minato il supporto sia per i democratici che per i repubblicani. Oltre a queste crisi politiche, la grande recessione in corso ha rivelato che il capitalismo non funziona più per la maggior parte delle persone. Molti, soprattutto tra i giovani, hanno maturato conclusioni radicali e sono alla ricerca di un’alternativa. Alcuni recenti sondaggi hanno rilevato che solo il 28 per cento degli americani crede che democratici e repubblicani stiano governando in maniera soddisfacente, mentre il 60 per cento riconosce la necessità di un terzo partito politico.
La nostra campagna, quindi, ha dato voce alla rabbia contro le politiche influenzate dalle grandi corporation e l’economia disfunzionale. Siamo partiti dai bisogni di lavoratori, studenti e poveri di Seattle: un salario di sussistenza, il trasporto pubblico, alloggi a prezzi accessibili e finanziamenti per l’istruzione. Abbiamo inoltre indicato il sistema capitalistico come la radice del problema e presentato il socialismo democratico come alternativa.
Controllo degli affitti, un salario minimo di 15 dollari l’ora in tutta la città e una “tassa milionaria” per finanziare i trasporti e l’istruzione. Come pensa di perseguire tali progetti?
La nostra prima azione dopo il giuramento in ufficio sarà introdurre un’ordinanza per aumentare il salario minimo a Seattle a 15 dollari l’ora. Ma è improbabile che molti membri del Consiglio comunale possano sostenere un tale disegno di legge essendo collegati agli interessi delle grandi aziende che dominano la politica di Seattle. Così accanto all’introduzione di un’ordinanza, lavoreremo con una coalizione di sindacati, gruppi di diritti civili, attivisti del trasporto pubblico e leader di comunità con l’obiettivo di costruire un movimento di massa per appoggiare la proposta. Ciò dimostrerà che c’è un ampio sostegno a un salario di sussistenza e farà pressione sugli altri membri del Consiglio comunale per sostenerlo. Abbiamo già cominciato a costruire reti di azione locale con l’obiettivo di far condurre queste lotte nelle scuole e nei quartieri.
Uno dei punti principali del programma Sawant è la moratoria sui treni a carbone. Qual è il grado di consapevolezza in Seattle circa il danno ambientale che essi portano?
Esiste un movimento in crescita in tutto il Paese contro l’uso del carbone. E lo Stato di Washington sta rapidamente diventando il fulcro di tali lotte dovendo fronteggiare un progetto che prevede la costruzione del più grande terminale di esportazione di carbone del Nord America a Bellingham. Alternativa Socialista si sta battendo per la sospensione dei lavori: lo scorso anno, uno dei nostri membri è stato arrestato per aver tentato di bloccare un treno nel corso di una protesta internazionale. Ci sono già treni di carbone di passaggio a Seattle e vomitano polveri tossiche durante il loro percorso verso Vancouver in Canada. Se il nuovo terminale di esportazione sarà costruito a Bellingham, il numero di treni che passerà attraverso Seattle aumenterà notevolmente. Accanto a grandi preoccupazioni per il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici, ci sono timori a livello locale, sia per gli effetti che i treni avranno sul traffico, sia per l’inquinamento immediato che generano. La nostra campagna ha costantemente sottolineato la necessità di utilizzare l’azione diretta e il blocco dei treni, se necessario.
Lei era un’attivista di Occupy Wall Street. Pensa che questo movimento possa sostenere una piattaforma socialista?
Il movimento Occupy ha sicuramente aperto al socialismo. Con la partecipazione in maniera organizzata, con una chiara analisi e strategia, Alternativa Socialista ha giocato un ruolo chiave nei singoli accampamenti Occupy nel Paese. Abbiamo conquistato la fiducia e il supporto necessari per dirigere i movimenti locali in direzioni efficaci. Dopo lo sfollamento dell’accampamento a Seattle con gli altri membri dell’organizzazione abbiamo dato vita alla “Notte delle 500 Tende”, nella quale il parco è stato ripreso e il movimento rivitalizzato. Abbiamo ospitato anche dibattiti sulle migliori strategie per proseguire la lotta e discusso sulla formulazione di richieste chiare. A Minneapolis il membro di Alternativa Socialista, Ty Moore, è diventato un leader nella lotta del Movimento Occupy Homes contro i pignoramenti e gli sfratti. Ha corso anche una campagna storica per un seggio al consiglio comunale di Minneapolis ed è stato sconfitto solamente di stretta misura. Molte persone sono ispirate e radicalizzate dal movimento Occupy e questo si riflette nella crescita della nostra organizzazione e nell’apertura alle idee socialiste.
Crede che questa vittoria può aprire la possibilità per i socialisti di ottenere alcuni seggi alle elezioni di medio termine?
Il 60 per cento degli americani riconosce la necessità di un terzo partito. Il nostro successo a Seattle non è l’unico buon risultato che abbiamo conseguito: a Minneapolis, e in altri luoghi, abbiamo avuto un buon successo. Uno dei principali obiettivi raggiunti era dimostrare l’esistenza di uno spazio a sinistra del Partito Democratico. Attraverso le iniziative intentate e le campagne, abbiamo provato che i candidati indipendenti che non sono finanziati dalle grandi multinazionali possono avere un grandissimo impatto sulla politica locale. Adesso stiamo lavorando per stringere coalizioni in tutto il Paese, in modo da far correre insieme 100 candidati della sinistra indipendente alle elezioni politiche di medio termine. E’ il primo passo per costruire un partito politico che rappresenti milioni di cittadini americani e non i soliti ricchi.
di Marco Orlando
da http://temi.repubblica.it/micromega-online/%E2%80%9Cnegli-usa-la-gente-chiede-un-terzo-partito-di-sinistra%E2%80%9D-intervista-a-kshama-sawant/