Home / Mondo / Un comunista a New York

Un comunista a New York

Bill de Blasio è quindi sindaco di New York. Non è una notizia di ordinaria amministrazione. Non si tratta della solita alternanza tra repubblicani, a lungo al comando nella città-mondo americana, e democratici che prima o poi accade. Qui siamo di fronte a un fatto politicamente e socialmente nuovo assolutamente rilevante, indicativo di sommovimenti profondi che stanno avvenendo nella società americana e negli orientamenti politici.

Può bastare l’esempio di ciò che De Blasio ha detto, tra le altre cose, nel suo ultimo comizio tenuto naturalmente a Brooklyn: “Basta privatizzazioni … basta attacchi ai sindacati che devono invece estendere il loro ruolo … parlare dei problemi di chi, pur lavorando sodo, fatica ad arrivare a fine mese è onesto e patriottico: servono 200mila case popolari, basta chiudere gli ospedali di quartiere. E i ricchi devono dare di più per finanziare gli asili e il doposcuola delle scuole medie “. Parole da noi ormai inconsuete ed eretiche. Sembra quasi la piattaforma della manifestazione del 19 ottobre a Roma, al centro di tanti inutili allarmismi.

Noi spesso critichiamo il sistema elettorale americano, ma nessuno in Italia avrebbe oggi il coraggio di dire queste cose. Tutti si spaventano della possibile reazione degli elettori, se soltanto qualcuno vuole proporre di inserire nel programma elettorale, ad esempio, la moderata e ragionevole proposta di una tassa patrimoniale, quale quella a suo tempo avanzata dalla Cgil, ma della quale manco più si parla. Una tassa ad aliquota bassissima e solo moderatamente progressiva, che scatterebbe solo per patrimoni superiori agli 800 mila euro!

Per fare un altro esempio, il programma economico del lanciatissimo “innovatore” Matteo Renzi – scritto naturalmente non da lui ma dal suo consigliere, il deputato economista italo-isreaeliano Yoram Gutgeld – è sottotitolato: “Come fare ridere i poveri senza fare piangere i ricchi”. Evidentemente una tardiva polemica con il famoso manifesto di Rifondazione Comunista di qualche anno fa. Che non si possa risollevare la situazione economica del paese senza andare a scalfire le reali condizioni di ricchezza in cui vive una minoranza della popolazione è del resto evidente a tutti. Lo dimostra l’impasse nel quale ci troviamo alle prese con il rispetto del 3% nel rapporto deficit/Pil e con il pareggio di bilancio sciaguratamente introdotto in Costituzione.

Il ministro Saccomanni dice che comunque non ce la si fa a rispettare i vincoli della Ue senza reintrodurre almeno la seconda rata dell’Imu. Così dopo l’aumento di un punto dell’Iva avremo anche questa, mentre in un primo tempo le due cose erano state presentate in alternativa. Alte soluzioni ci sarebbero, ma questo governo non ha né volontà politica né coraggio per attuarle. La legge di stabilità approntata grida vendetta. Ha ragione un economista non certo di area estrema come Tito Boeri a ironizzare nel suo sito sul fatto che questo governo andrebbe denunciato per omissione di soccorso! Si potrebbe invece sfidare la Ue sull’obbligo del rispetto del 3%, come del resto hanno fatto altri paesi da tempo, oppure chiedere a chi ha di più il sacrificio sopportabile di un prelievo straordinario, in attesa di attuare una normativa per l’introduzione di una tassa patrimoniale moderata e progressiva con una congrua franchigia per tutelare il piccolo risparmio e le modeste proprietà.

Ma siamo fuori dalla linea politica del governo delle larghe intese, me ne rendo conto, né vi è oggi una opposizione in Parlamento degna di questo nome capace di portare avanti un simile programma. Tuttavia è quanto chiedono, se lo si vuole vedere e ascoltare, i tanti movimenti che si muovono sul terreno sociale.

Sarà interessante valutare, con dati precisi alla mano, l’entità della vittoria di Di Blasio e soprattutto le analisi sulla composizione sociale del suo voto. Intanto possiamo fare due cose. Augurargli di riuscire ad attuare il suo programma per intero e dedicare la sua vittoria a tutti i “cuor di leone” di casa nostra che si trastullano in primarie, ma vorrebbero vincere le elezioni senza scontentare nessuno, soprattutto i potenti. Spesso con il risultato di rendere ancora più infelici tutti quanti.

di Alfonso Gianni

Da: http://www.huffingtonpost.it

Scritto da Redazione

Ti potrebbe interessare

ANNULLARE LE ACCUSE CONTRO JULIAN ASSANGE – FIRMA L’APPELLO DI AMNESTY

 L’ALTA CORTE DI LONDRA HA ACCOLTO IL RICORSO DEGLI STATI UNITI: JULIAN ASSANGE POTRÀ ESSERE …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.