L’ennesimo vertice Ue senza risultati, quello che si è svolto a Bruxelles la scorsa settimana. L’ennesimo vertice in cui, come in un romanzo kafkiano, sono state rinviate le decisioni che contano, in primis l’unione bancaria. Intanto l’euro continua a rafforzarsi sul dollaro (il 25 ottobre si è toccato il record di 1,380), demolendo le capacità di esportazione di Italia e Francia, il Fondo salva-Stati, in attesa di essere utilizzato, acquista bond e favorisce, con le risorse drenate nei Piigs, le finanze pubbliche della Germania, la disoccupazione raggiunge livelli mai raggiunti prima.
L’Europa tedesca continua ad essere una gabbia d’acciaio, a pagare c’è il lavoro vivo, sfruttato senza misura, una generazione priva di diritti e di futuro, i poveri.
Mentre la gestione della crisi agisce sullo spazio continentale, usando la leva del debito pubblico degli Stati per imporre “svalutazione interna” ovvero compressione dei salari e saccheggio del welfare, l’iniziativa dei movimenti, a volte assai potente (basti pensare alle tante insorgenze studentesche, agli scioperi generali in Spagna e Grecia, agli indignados), fatica a valicare i confini nazionali. Questa differenza di misura rende le lotte impotenti e l’offensiva neoliberale, almeno per il momento, inarrestabile.
Occorre invertire la rotta e per farlo è necessario contrastare le politiche neoliberale sullo stesso piano in cui trovano applicazione ed esercitano la loro forza: questo è il tema che da mesi attraversa la discussione dei movimenti sociali europei. Molti passi in questa direzione sono stati fatti: dal 14 novembre del 2012 a Blockupy Frankfurt, negli ultimi due anni si sono moltiplicate le scadenze di lotta comuni. Lo scorso novembre, poi, ha preso vita a Madrid un esperimento inedito dal nome Agorà99.
Una convergenza di collettivi, comitati territoriali, centri sociali e occupazioni di nuova natura, reti di precari e migranti, che, mettendo a valore i metodi e le pratiche della “democrazia espansiva” sperimentati con forza in Spagna dagli indignados, hanno costituito uno spazio pubblico euro-mediterraneo che promuove campagne e implementa relazioni e dibattito transnazionali.
Dall’1 al 3 novembre prossimi, Agorà99 sbarca a Roma. Tavole rotonde, workshop, assemblee generali: 3 giorni di confronto serrato per immaginare e costruire, dal basso, l’Europa del comune. Esserci, partecipare attivamente, ascoltare, sarà l’occasione giusta per conquistare l’orizzonte minimo in cui rilanciare l’opposizione, senza sosta, alle politiche di austerità e alla dittatura della finanza.
di Francesco Raparelli