Per scongiurare l’aumento dell’Iva sarebbe bastato trovare un miliardo di euro, che in realtà il governo ha destinato all’industria degli armamenti.
Il solo contestatissimo programma per l’acquisto degli F-35 è costato ai contribuenti italiani 500,3 milioni di euro (L’Italia spende 20 miliardi all’anno per la difesa) su un totale di 1.025 Milioni di euro destinato ai velivoli. A giugno scorso è stato deciso tra le altre cose l’acquisto di 15 veicoli Agusta AW-101 per il Combat Sar dell’Aeronautica per una spesa extra di 975 milioni di euro (De Feo su l’Espresso); 148,5 milioni di euro sono stati spesi per mezzi blindati; 191,8 per i sommergibili di nuova generazione U-212 – 1^ e 2^ Serie in cooperazione con la Germania; 185,1 milioni per i sistemi missilistici.
In sintesi i programmi più costosi previsti nel 2013:
1 Velivoli da combattimento EUROFIGHTER 2000 (EF 2000) – Mezzi aerei – 1.194,6 M€
2 Fregate Europee Multi Missione (FREMM) – Mezzi navali – 655,3 M€
3 Velivoli Joint Strike Fighter – Mezzi aerei – 500,3M€
4 Programmi a valenza interforze – Amm minori, supporti op/add, logistica – 297,6 M€
5 Sommergibili di nuova generazione – U-212 – 1^ e 2^ Serie Mezzi navali – 191,8 M€
6 Velivolo JAMMS/CAEW-BM&C – Sistemi C4I – 132,0
7 Veicoli Blindati Medi VBM 8×8 Freccia – Mezzi terrestri – 3130,1 M€
8 Elicotteri da trasporto medio dell’EI (ETM) – Mezzi aerei -125,0 M€
9 Velivoli da pattugliamento marittimo (MPA) – Mezzi aerei – 122,8 M€
10 Programmi a sostegno dello strumento terrestre – Amm minori, supporti op/add, logistica -122,1 M€
11 Velivoli da combattimento MRCA Tornado – Mezzi aerei – 108,3 M€
12 Programmi a sostegno dello strumento aereo – Amm minori, supporti op/add, logistica – 97,8 M€
13 Sistema missilistico superficie-aria terrestre e navale “FSAF” – Sistemi missilistici – 95,8 M€
Totale complessivo 3773,5 Milioni di Euro.
Nel novero delle spese per investimento ad alto rischio possiamo considerare gli 800 milioni di euro necessari per realizzare lo stabilimento di Cameri per l’assemblaggio degli F-35 italiani e olandesi. Peccato che il Governo olandese abbia deciso di tagliare in modo significativo l’acquisto degli F-35 riducendone il numero di ben 48 unità, a seguito di una lunga verifica condotta dal ministero della Difesa dell’Aja di fronte ai costi crescenti e insostenibili del nuovo aereo.
I responsabili dell’Aeronautica hanno sempre sostenuto la necessità del programma Joint Strike Fighter per le ricadute positive in termini occupazionali. Le prime stime parlavano di 10mila posti di lavoro, poi sono scesi a 6mila, ora non si sa. Avremmo dovuto assemblaare da noi anche gli aerei olandesi, in tutto 176 aerei, considerando i nostri 91. In realtà adesso siamo a 125 (due olandesi sono già stati costruiti negli Usa), e a questo punto non è detto che i caccia dei tulipani passeranno da Cameri prima di atterrare ad Amsterdam. E pensare che per raggiungere il “break even”, ossia il pareggio rispetto al miliardo di dollari speso per tirare su la fabbrica tricolore, a Cameri sarebbe stato necessario assemblare 250 aerei.
La pessima notizia su Cameri, inoltre, va ad aggiungersi all’annuncio della collaborazione tra norvegesi e britannici per la manutenzione dei rispettivi F-35. L’Italia, che sosteneva esistesse un accordo con i nordici per la manutenzione qui da noi dei loro aerei, è rimasta ancora una volta prigioniera delle proprie bugie. Ed in questo campo Berlusconi pare non essere l’unico campione.
di Francesco Madrigrano