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Brasile: il “modello” Bolsonaro fra neofascismo e neoliberismo

di Stefano Zecchinelli

‘’Il ricorso effettivo o anche potenziale ai servigi del movimento fascista da parte dei centri dominanti di questo sistema in difficoltà richiede la massima vigilanza da parte nostra’’ [Samir Amin].

La vittoria elettorale del candidato dell’estrema destra brasiliana, Bolsonaro, è il risultato dell’alleanza strategica fra l’Alt Right statunitense e le sette evangeliche contro la socialdemocrazia ed il cattolicesimo popolare. Il candidato d’estrema destra, il quale tiene insieme una forma inedita di xeno-fascismo, più nazista che altro, e neoliberismo, ha goduto dell’appoggio decisivo dell’Internazionale neofascista di Steve Bannon, ideologo d’una forma di ‘’nazionalismo imperialista’’ basata sugli Stati etnici. Senza questa costola del neoconservatorismo USA, il ‘’fascismo brasiliano’’ non avrebbe vinto. Il giornalista Madsen ci segnalò, diversi mesi fa, le assurdità politiche del candidato della destra radicale: [1]. Considerato il ‘’Trump brasiliano’’, ci sono alcune differenze importanti fra lui e l’attuale presidente USA: entrambi razzisti, ostili agli omosessuali, alle transessuali ed alle minoranze etniche, il ‘’fascista brasiliano’’ si trova del tutto impossibilitato nel fare una politica protezionista sul ‘’modello’’ trumpista. Darà carta bianca alle multinazionali (l’ha già ribadito) svendendo l’industria pubblica del paese.

Il sociologo marxista James Petras ha segnalato l’allineamento della borghesia vendi patria col ‘’nuovo’’ partito dei militari, leggiamo: ‘’le potenti élite del potere economico giocarono un ruolo decisivo nel promuovere al potere Bolsonaro. Mentre le masse erano in strada, la Confederazione agricola nazionale, la Federazione delle banche e altre importanti associazioni di élite brasiliane fornivano fondi, legittimità e forza legislativa. Oltre il 40% del Senato e del Congresso era controllato dal “blocco rurale”, che si espresse a favore di Bolsonaro. Molti elettori che in precedenza sostenevano il candidato del centro-destra dell’ex- presidente Cardoso, Geraldo Alickman, passava alla destra autoritaria riducendo della metà il proprio voto stimato. La magistratura, sotto l’influenza dell’élite agro-economica e bancaria, sfruttava la corruzione politica per screditare e perseguire il centro-sinistra e i partiti politici tradizionali, portando all’impeachment della Presidentessa Dilma Rousseff e all’arresto e al processo del principale candidato della sinistra Lula Da Silva’’ [2]. La destra xeno-fascista si è, letteralmente, bevuta l’elettorato dei neoliberisti guadagnando la protezione delle maggiori potenze imperialiste: USA ed Israele. Il ‘’modello’’ Bolsonaro è un neofascismo inedito differente da quello italiano:

  • Il fascismo storico si scontrò, utilizzando metodi terroristici, col socialismo marxista in nome d’un irrealistico socialismo piccolo-borghese ed anti-modernista. Il pensatore di riferimento dei ‘’fascisti di sinistra’’ era Pierre Joseph Proudhon, antesignano del social-imperialismo novecentesco, nemico storico di Karl Marx. Quindi l’interclassismo anti-modernista divenne, dal ’19 in poi, l’arma della borghesia burocratica italiana contro il movimento operaio; la retorica populista e nazionalista il collante ideologico fra borghesia e ceti popolari. Il ‘’fascismo brasiliano’’ riserva disprezzo verso qualsiasi riferimento al popolo ed al mutualismo, facendo combaciare la propria visione dei rapporti sociali con gli sproloqui anti-storici della oligarchia evangelica. L’estrema destra non terrà insieme autoritarismo e populismo nazionalista, ma abbraccerà direttamente l’ultracapitalismo oligarchico ed anonimo.
  • Il fascismo degli anni ’30 aggiornò la politica estera degli Stati revisionisti ovvero intenti a modificare la ripartizione delle sfere coloniali d’influenza. Mussolini, per diversi anni, occultò il nazionalismo colonialista dietro alla retorica della nazione proletaria in lotta contro demo-plutocrazie occidentali. Ciononostante, l’imperialismo italiano si macchiò di crimini orrendi e, per la sua vocazione anti-comunista, Winston Churchill elogiò il dittatore nostrano chiamato a torto ‘’il più grande legislatore vivente’’. Il fantoccio Bolsonaro non può permettersi d’appellare le potenze imperialiste ‘’demo-plutocrazie’’; ne è servo. Stiamo analizzando, con rigore ed opportuni riferimenti teorici, l’orientamento complessivo d’un agente diretto del complesso militar-industriale USA e dell’imperialismo israeliano. Analfabeta politico e digiuno di strategie militari, russofobo e sionista, non potrà abbracciare la geopolitica di potenza cedendo in modo umiliante il passo al colonialismo ‘’yankee’’. La vittoria dell’estrema destra è una catastrofe geopolitica per i paesi BRICS contrappeso reale al neocolonialismo americano-sionista, teorizzatori dello scontro di civiltà permanente.

Il patriottismo dei BRICS fermerà l’ascesa del fascismo nelle zone periferiche del capitalismo globale? Continua Petras: ‘’Le politiche reazionarie possono attrarre gli elettori amorfi della classe media, ma non è un programma per governare né è una strategia economica coerente. Non c’è dubbio che l’attrazione esplosivo della retorica anti-establishment abbia avuto inizialmente successo. Non c’è dubbio che l’alleanza del regime militare possa resistere e reprimere la risposta popolare, ma può il regime governare seduto sulle baionette?’’. L’alleanza strategica fra la Federazione russa ed il patriottismo anti-occidentale sudamericano (Cuba, Nicaragua, Venezuela e Bolivia) rappresenta un argine militare ad un redivivo sud-imperialismo brasiliano sotto mandato di Washington. Il gigante latino-americano, più afro-americano che indios, rischia d’essere commissariato perfino dallo sciovinismo territoriale israeliano con le sue lobby radicate fin dai tempi della dittature militare. Sull’Interferenza rilevai che: ‘’Se per Lieberman il popolo palestinese deve essere sterminato anche tramite l’utilizzo della bomba atomica, per Bolsonaro gli indios e gli afroamericani sono creature ‘’demoniache’’ da schiavizzare rispettando il volere di Dio; degli animali da mettere in gabbia in nome delle ciniche leggi dell’accumulazione capitalistica che, di volta in volta, elimina i popoli di scarto ’’.

Brasile: il neonazista Bolsonaro sostenuto da USA e Israele

Il legame del ‘’partito dei militari’’ col sionismo d’estrema destra è anomalo; una minaccia per la stabilità regionale. Una geopolitica del caos annunciata: ‘’Il neonazista brasiliano, dopo aver definito Hitler un ‘’grande stratega’’, ha dichiarato guerra all’Iran ed al mondo musulmano riconoscendo in Gerusalemme la capitale dello Stato ‘’per soli ebrei’’, provvedimento sciagurato figlio di un colonialismo politico anacronistico ed imputabile d’innumerevoli crimini’’. Chi manovra Bolsonaro? Trump, Netanyahu, Bannon ed una oligarchia corrotta disposta a tutto pur di non fare concessioni sociali. La sinistra laburista, durante i governi del PT, avrebbe dovuto optare su un radicalismo di classe ben più incisivo.

Il fascismo è un regime repressivo anacronistico, uno zombie apparentemente redivivo, così come l’Alt Right USA finirà per rivelarsi quello che è: ‘’una tigre di carta’’ (Mao). La reazione popolare alla macelleria sociale della destra vendi patria, non tarderà ad arrivare, non ci sono alternative: indipendenza nazionale, sovranità e socialdemocrazia radicale oppure estinguersi sotto il colpi del neo-liberismo e dell’imperialismo ‘’yankee’’. La sinistra di classe ha il dovere di riorganizzarsi ed offrire una alternativa di potere.

[1] L’internazionale fascista di Steve Bannon

[2] La via al potere del fascista neo liberale brasiliano

 

Scritto da Redazione

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