Ieri, un’altra orribile ondata di terrore, paura, sangue e morte si è abbattuta sulla Tunisia, terra amica e ospitale, Paese aperto e democratico di confine, di incontri e scambi culturali,sociali,economici tra Europa ed Africa. Una giornata orribile in cui le forze del terrore che usano la religione come paravento ma che, come avvenuto nei secoli in tutte le latitudini,hanno come obiettivo vero il potere, la ricchezza , il dominio, il posizionamento strategico negli scacchieri nodali della geopolitica, hanno massacrato, da Kuwait City a Sousse, a Lione, decine di innocenti arabi, europei, musulmani e cristiani. L’obiettivo è chiaro: colpire dovunque e annichilire, con gli orrori e la paura la dignità umana, l’autonomia delle persone, la loro libertà, la democrazia. L’ISIS o Daesh è, infatti, figlio diretto di due drammatici e centrali eventi di questo inizio secolo: la guerra di Bush del 2003 e lo strangolamento delle primavere arabe del 2010-2011.
Acclarate ormai sono le responsabilità e gli impegni diretti nella costituzione della galassia terrorista e jiadista in funzione anti Iran e di blocco dei processi democratici aperti nel 2011 a partire dalla Tunisia nel nord Africa e negli stessi Paesi del Golfo, dei sauditi e in vario modo delle grandi e piccole potenze regionali (Turchia, Israele, Emirati) con ampio placet e copertura atlantico-europea.
I valori e lo spirito delle rivolte e le rivoluzioni della dignità di quel periodo, furono, a ragione, avvertite come il pericolo maggiore per il loro potere e l’essenza stessa del loro dominio, dalle classi dirigenti, dai gruppi dominanti e monarchie di quei Paesi. La Tunisia è stao finora l’unico Paese che è riuscito sia pur con contraddizioni e fatica a consolidare e mantenere aperto il processo democratico e a prefigurare un modello statuale , civile, economico e sociale alternativo a Daesh. Perciò è sotto tiro e si cerca di colpirla nei settori vitali a cominciare dal turismo.Da sola non può farcela.
L’ Italia e l’Europa, devono smetterla di chiudersi in una logica di fortezza assediata, devono ribaricentrare le proprie politiche ed interessi sul mediterraneo,devono voltare pagina rompendo con l’economia e la finanza che uccidono, con armi diverse ma con la stessa ferocia di daesh anche in Grecia e in altri Paesi della stessa Europa. Del sud in particolare. Devono essere, in un’ottica di cooperazione paritaria e di partenariato d’area, al suo fianco sostenendola con ogni mezzo.
Noi, per quello che che conta e possiamo, siamo con la Tunisia democratica, i suoi uomini e le sue donne coraggiose,con i kurdi del Rojava siriano lasciati soli a Kobane, con i Greci strangolati dalle istituzioni finanziarie dell’occidente moderno e democratico e tutti coloro che si battono per la libertà, la dignità, il diritto di essere u donne e uomini liberi in Paesi liberi e democratici, contro il terrorismo assassino. Insieme faremo il possibile per fermare e battere la violenza cieca, inumana e lacerante del terrore . Per rimuovere le cause che alimentano il terrorismo. La nostra piena solidarietà, la nostra vicinanza e l’impegno a moltiplicare le nostre forze ed il nostro impegno per colpire ingiustizie e dominio del terrore militare e finanziario ed affermare in ogni latitudine,in primis con i nostri cugini tunisini, la libertà e la dignità delle persone.
di Mimmo Rizzuti
Sinistra EuroMediterranea