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Grecia, le proposte del governo Tsipras

 

“Una soluzione sostenibile, senza gravare sui redditi bassi e medi… e senza condannare il paese ad una dura austerità”. Con queste parole il governo greco descrive le linee generali delle sue proposte alle istituzioni europee, sottolineando che è la proposta di un accordo che vuole vedere accompagnato con una soluzione sostenibile per il debito. 

Valutazione del governo greco:

1.La proposta del governo non rappresenta parte del suo programma. Rappresenta il risultato di duri e difficili negoziati per trovare un accordo che non pregiudichi i diritti del lavoro, non dissolva il tessuto sociale e offra una prospettiva. Una proposta che non condanna il paese in una dura austerità e offre una soluzione sostenibile per l’economia greca, senza gravare sui redditi bassi e medi. Il governo non sta cercando un altro accordo che prolungherà l’incertezza, ma rivendica una soluzione in grado di risolvere le questioni di medio termine che affliggono l’economia e la società greca. 

2. In ogni caso si dovrà risolvere la questione del debito e del suo finanziamento nel medio termine per mettere fine al circolo vizioso di incertezza. Per non essere costretto il paese di prendere di continuo nuovi prestiti per pagare i prestiti precedenti. Per questo appunto abbiamo proposto come soluzione sostanziale l’acquisizione delle obbligazioni Trichet [SMP Bonds] di 27 miliardi di euro del ESM al fine di farle scadere dopo il 2022, di avere interessi più bassi, per consentire alla Grecia di partecipare al programma di quantitative easing della BCE.

3. Il progetto di accordo prevede anche il finanziamento dello sviluppo, specialmente nel settore delle infrastrutture e le nuove tecnologie attraverso un pacchetto di investimenti da parte della Commissione europea e la Banca centrale europea. 

4. La proposta greca prevede basso avanzo primario del 1% e del 2% per il 2015 e il 2016 rispetto al 3% e del 4,5% che aveva firmato il governo precedente di Samaras e Venizelos. Solo per il 2016 l’economia sarà alleggerita da misure di 8,2 miliardi di euro. Nei prossimi cinque anni complessivamente la manovra fiscale garantirà 15,4 miliardi di euro, che superano il 8,5% del Pil di oggi.  

5. Il governo ha modificato le scale alla tassa di solidarietà per non far pagare quelli che hanno stipendi e pensioni basse. Si nota che il governo Samaras e Venizelos aveva annunciato la diminuzione della tassa di solidarietà del 30% solo se nel 2014 il surplus primario sarebbe stato del 1,5% del Pil.

Scale della tassa di solidarietà:

* 12.000 – 20.000 euro 0,7% [da 1%]

* 20.001 – 30.000 euro 1,4% [da 2%]

* 30.001 – 50.000 euro 2,0% [da 2%]

* 50.001 – 100.000 euro 4,0% [da 3%]

*100.001 – 500.000 euro 6,0% [da 4%]

*Sopra i 500.000 euro 8,0% [nuova scala]

6. Sulla IVA restano le tre aliquote del 23%, 13% e 6%, da 6,5%. Energia elettrica, acqua, restauranti mantengono la bassa aliquota, mentre si diminuisce per 0,5% l’IVA alle medicine e i libri. Le istituzioni vogliono due aliquote [11% e 23%], con le medicine di essere al 11% e l’energia, l’acqua e i ristoranti al 23%.

Le istituzioni hanno chiesto :

1.L’abolizione del regime speciale di imposta sul reddito.

2.L’abolizione dei sussidi per il gasolio da riscaldamento.

3.L’abolizione della Tassa Speciale di Consumo sul gasolio per gli agricoltori (permette agli agricoltori di comprare il gasolio in un prezzo più conveniente).

4.Uno studio sulla politica sociale per tagliare la spesa dello 0,5% del PIL, pari a 900 milioni di euro.

Il governo non procederà con l’attuazione delle misure di cui sopra. Al contrario, le misure che propone il governo spostano il peso del risanamento sulle spalle degli strati più abbienti, trovando nuove fonti di entrate e riducendo i costi, senza colpire lo stato sociale, come hanno fatto i governi precedenti, ma da dove ci sono margini. 

In particolare:

1. L’aumento dal 2016, non dal 2015, dell’aliquota per le Società per Azioni e delle Società di Responsabilità Limitata [non dei liberi professionisti e delle imprese individuali] dal 26% al 29%.

2. Un prelievo speciale del 12% alle imprese con profitto di oltre 500.000 euro.

3. Aumenta la tassa di lusso [automobili più di 2500 cc, piscine, aerei, imbarcazioni private oltre i 10 metri].

4. Si applica una tassa alla pubblicità televisiva e ci saranno gare per le licenze televisive e le licenze di telefonia mobile.

5. Si mette una tassa sui giochi elettronici (VLT).

6. Si diminuiscono le spese per la difesa per 200 milioni di euro

Capitolo amministrazione fiscale

Le istituzioni hanno chiesto: 

1. Di ridurre la quantità di 1.500 euro e l’abolizione del tetto del 25% sui conti correnti bancari sequestrati per debiti al fisco.

2. L’aumento del tasso di interesse applicabile al programma di ristrutturazione del debito 

Il Governo, basandosi sul suo programma, vuole che siano inclusi nell’accordo:

-La lotta contro il contrabbando di petrolio, anche attraverso l’individuazione di depositi non registrati.

-Intensificazione dei controlli sui trasferimenti bancari [per esempio Lista Lagardere] e applicazione di misure per la dichiarazione volontaria dei beni.

-Rafforzare la risoluzione delle controversie amministrative per accelerare lo svolgimento delle cause pendenti.

-Promuovere i pagamenti elettronici.

-Esenzioni per gli abitanti residenti delle isole con basso reddito.

-Le pensioni anticipati saranno ridotte gradualmente a partire dal 2016 [anziché dal 30/06/2015] entro il 2025, mantenendo le esenzioni per specifiche categorie [lavori pesanti e insalubri, madri con figli disabili], fatti salvi i diritti acquisiti.

-La pensione di EKAS non verrà rimossa, ma sarà sostituito a partire dal 2020 da un nuovo quadro per la protezione delle pensioni basse.

-Non sarà applicata la clausola di deficit zero, che ridurrebbe le pensioni di 500 milioni di euro.

-Si aumenterà la pensione degli agricoltori dell’OGA non assicurati.

-Rimangono le tasse a favore di terzi che finanziano il sistema assicurativo.

-Non si modifica l’età pensionabile a 67 anni, come richiesto per chi va in pensione dal 30 Giugno 2015.

Sul mercato del lavoro, il governo: 

1. Non accetta preservare l’attuale quadro della contrattazione collettiva entro la fine del 2015 e si ripristinerà il precedente quadro legislativo.

2. Non accettano i licenziamenti collettivi e il diritto sindacale in linea con le “buone pratiche” dei paesi dell’UE

3. Non accetta “di non ritirare gli interventi giuridici nel periodo precedente alla legislazione del lavoro”. Ciò significa che [il governo] è pronto a legiferare per ripristinare la contrattazione collettiva e aumentare il salario minimo.

Mercati dei prodotti:

  • Il governo ha presentato una proposta globale sulla lotta contro i monopoli e oligopoli, il calo dei prezzi dei prodotti e il conseguente miglioramento degli standard di vita dei cittadini. La proposta prevede una serie di iniziative per ridurre i costi amministrativi, promuovere le esportazioni, e semplificare le procedure operative delle aziende in collaborazione con le Organizzazioni Internazionali. Esso comprende anche interventi mirati ai mercati chiusi, rifiutando l’approccio delle istituzioni per l’applicazione dei “resti” del programma precedente per quanto riguarda la liberalizzazione del mercato del latte, delle panetterie, delle farmacie e l’apertura dei negozi la domenica.

Privatizzazioni: il governo ha respinto la proposta delle istituzioni per la privatizzazione delle reti di energia elettrica ADMHE e l’operazione della “piccola Enel” [privatizzando in pratica la società elettrica pubblica DEH]

Settore pubblico: non ci sarà nessun taglio dei salari nel settore pubblico, in base a ciò che esisteva il 31/12/2014.

Corruzione: entro la fine di luglio, il governo presenterà una Strategia Globale contro la corruzione. 

In particolare, per le privatizzazioni, l’accordo prevede:

– Investimento minimo per ogni privatizzazione.

– Tutela dei diritti dei lavoratori.

– L’impegno da parte degli investitori di promuovere l’economia locale.

  • Partecipazione pubblica obbligatoria nel capitale.
  • Protezione dell’ambiente naturale e del patrimonio culturale. 

Si fa eccezione per la vendita delle azioni della società delle telecomunicazioni OTE dalla lista dei prerequisiti che mettono le istituzioni. 

di Argiris Panagopoulos

Scritto da Redazione

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