E’ ormai certo che a vincere le prossime elezioni politiche in Grecia sarà Syriza col suo leader Alexis Tsipras. L’anticipazione del voto per l’elezione del Capo dello Stato, che non potrà avvenire per la mancanza di una maggioranza in parlamento, rende questa prospettiva ancora più imminente: a febbraio la Grecia potrebbe avere un nuovo governo di sinistra capace di riscattare la dignità del suo popolo.
La reazione da parte dei poteri forti, degli speculatori, dei banchieri, della Troika, ma anche del governoQuisling di Samaras e Venizelos, non si è fatta attendere, come dimostrano l’”agitazione” dei mercati ed il tonfo della borsa di Atene di lunedì.
Intanto i media mainstream, anche italiani, continuano la loro opera di disinformazione, dipingendo Syriza coma una forza euroscettica ed anti-euro. Niente di più falso! Syriza si batte per un’altra Europa, libera dal giogo della finanza e solidale, per una conferenza europea che cancelli parte del debito, per il superamento del fiscal compact e dell’austerità.
Syriza e il popolo greco non possono rimanere soli. In tutta Europa le forze democratiche, la sinistra politica, i movimenti che in questi anni hanno contrastato la deriva oligarchica ed antipopolare dell’Unione, devono far sentire forte il loro sostegno ad una battaglia che riguarda tutti, tutti i popoli europei. Una vittoria di Syriza in Grecia, infatti, metterebbe in crisi l’attuale modello di costruzione europea imperniato sul rigore e l’ideologia neoliberista.
In Italia proponiamo, da subito, la costituzione di un comitato, il più largo possibile, di sostegno a Syriza ed al popolo greco. Un’iniziativa che andrebbe ad intrecciarsi col percorso che stiamo facendo di costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra, che proprio dalla critica radicale dell’Europa dei mercati e dell’austerity deve trarre motivazioni ideali e spinta programmatica. Mobilitiamoci!
Il punto di Argiris Panagopoulos, giornalista e portavoce di Tsipras in Italia
L’assalto al cielo di Alexis Tsipras e di SYRIZA per vincere le imminenti elezioni politiche ha avuto oggi le prime reazioni da parte dei poteri forti, gli speculatori, e i banchieri, la Troika e il governo di Samaras e Venizelos, che è allo sbando. Con i termini del 2010 è ritornata il “terrore” di SYRIZA, il pericolo rosso, la ormai certezza che i “comunisti” e “eversivi” della sinistra radicale di Tsipras avranno la meglio nelle elezioni controllando le redini del paese o meglio delle sue macerie e quel poco che è rimasto ancora in piedi.
La borsa di Atene ha contato le maggiori perdite degli ultimi 27 anni e ha chiuso con l’indice in negativo del 12,78%, ma durante la seduta è arrivato a perdere 13,15%. Dagli inizi del 2014 ha perso 22,34% e dalle cime del marzo scorso ha fatto un tuffo del 34,08%.
Gli speculatori hanno apparentemente girato le spalle a Samaras e Venizelos. La borsa perdeva “solo” l’8% quando si era annunciata la candidatura del ex Commissario Europeo Stauros Dimas per la presidenza della repubblica. Gli speculatori non hanno aspettato il voto negativo del parlamento greco contro Dimas, visto che lo hanno bocciato subito con un fuggi fuggi dalla borsa, che ha cominciato di contare le perdite in due digiti percentuali.
Alla fine SYRIZA è contento. Dopo quasi tre anni le urne si apriranno per contare chi ha ancora una speranza per recuperare la dignità, la sovranità, i diritti e la vita perduta contro chi vuole adattarsi in un nuovo medioevo.
Il governo greco e la Troika usano la ricetta di sempre contro la sinistra: la paura del cambio, il terrore della novità, il ricatto. Il finto crollo della borsa di Atene fa parte di questa strategia della tensione per spaventare e terrorizzare la gente.
Nello stesso momento un giovane si trova in fin di vita per l’ottusità di un governo di relazionarsi con la realtà e la fermezza di uno stato assurdo e ridicolo che per anni utilizza la violenza massiccia e gratuita trattando i suoi cittadini con gli stessi gas israeliani che si respirano a Gaza. Ad Atene la paura per la vita di Nikos Romanos pesa molto di più dal crollo della borsa e dei suoi mercanti e la solidarietà con i profughi siriani molto di più dalla paura che “rovinano la zona commerciale vicino alla piazza Syntagma”, come ripetono i peggiori rappresentanti della Nuova Democrazia e del Pasok.
Intanto in Europa la Troika e i suoi banchieri cominciano a preparare il clima di paura contro la sinistra greca. L’indice delle maggiori 600 società europee Stoxx Europe 600 ha perso 2,3%, “a causa dell’incertezza che in Grecia nelle imminenti elezioni i partiti della sinistra radicale rischiano di avere una relativa maggioranza. Questo avrà parecchie implicazioni negative per i creditori e le banche”, come ha detto uno trader del Frankurt Trust Investment. È vero che la borsa di Francoforte ha chiuso con perdite del 2,2% e la Deutsche Bank ha perso 3,7%, ma non perché i “terroristi” di SYRIZA hanno fatto l’assalto alle banche e hanno fatto perdere 20% alla Banca Nazionale greca e altro 16% alla Pireaus Bank.
La maggior banca privata tedesca ha perso solo a causa delle denunce delle autorità americane contro la Deutsche Bank per… evasione fiscale! Per ennesima volta il gioiello della finanza tedesca si trova nel mirino delle autorità USA per la famigerata evasione fiscale e sembra che deve pagare 190 milioni di dollari per tasse, multe ed interessi!
Ma l’evasione fiscale non era una piaga solo dei PIIGS e si doveva correggere con le misure della Troika, mai viste tra l’altro? Dal periodo della “Lista Lagardere” sappiamo che i grandi evasori fiscali vanno premiati e sono intoccabili, in Grecia, in Spagna, in Italia ma anche in Germania, in Olanda e in Finlandia.
In realtà SYRIZA fa paura. Se vincerà dimostrerà che tutto è possibile. Che le lotte coerenti vanno premiate dalla semplice gente che in una gran parte si è trasformata negli ultimi anni in un corpo organizzato. SYRIZA però fa paura anche per un altro motivo ancora più pericoloso per il neoliberismo europeo.
La sinistra radicale greca ha un programma per governare e una determinazione di portare avanti subito le due sue grandi promesse alla sua gente e a tutti i cittadini greci: il ripristino del salario minimo ai livelli prima della crisi e il ripristino dei contratti collettivi di lavoro. Dopo di che aprirà la grande questione della Conferenza Europea per il Debito, l’abolizione del fiscal compact e un piano per la crescita ecosostenibile in Grecia ed in Europa.