Stanno facendo molto discutere alcune recenti affermazioni di Fausto Bertinotti su comunismo e liberalismo. Cosa ha detto realmente l”ex presidente della Camera a Todi il 29 agosto scorso?
Qui alcuni stralci del suo intervento:
«Questo mondo, il comunismo, è stato sconfitto dalla falsificazione della sua tesi e da un cambiamento della scena del mondo che possiamo chiamare globalizzazione e capitalismo finanziario. Nel momento in cui questa scena viene cambiata io penso che la cultura liberale, che è stata attenta più di me e della mia cultura, all’individuo, cioè alla difesa dei diritti dell’individuo o della persona, contro tutti i poteri economici e anche lo stato, questa cultura è indispensabile per intraprendere il nuovo cammino di liberazione».
E ancora:
«La mia storia ha pensato che si potesse comprimere le libertà personali. L’intellettualità europea fra il 1945 e il 1950 è stata tutta comunista. Jean Paul Satre, Andrè Gide, Albert Camus per parlare dei francesi. In Italia tutti, proprio tutti: i registi del neorealismo, i principali cattedratici italiani, i grandi scrittori, le case editrici. Erano tutti comunisti. E adesso non mi dite per favore che non si sapeva niente di cosa accadeva in Unione Sovietica, e che bisognava attendere il 1956 o Praga!».
Le conclusioni, su Papa Francesco:
«Sembra davvero di assistere sulla scena del mondo di una parola profetica. Cioè il Pontefice sembra avere riacquistato una vitalità, non casualmente nasce da un atto rivoluzionario, cioè dalle imprevedibili dimissioni di un Papa. Finché non è avvenuto nessuno poteva immaginare che un Papa si potesse dimettere».
di Redazione